La segretaria del Pd marchigiano Bomprezzi: «Questa è una regione colonia di Meloni, ma vinceremo ripartendo dagli ultimi»
L'intervista Dopo l'affermazione di FdI nel 2020, segnali di speranza con le europee: «Abbiamo fatto il miglior risultato degli ultimi 6 anni, un segnale di controtendenza su cui dobbiamo insistere»
L'intervista Dopo l'affermazione di FdI nel 2020, segnali di speranza con le europee: «Abbiamo fatto il miglior risultato degli ultimi 6 anni, un segnale di controtendenza su cui dobbiamo insistere»
Le Marche sono considerate una “regione laboratorio” per Fratelli d’Italia. Qui, nel 2020, con Francesco Acquaroli arrivò una clamorosa vittoria alle elezioni regionali, prima vera affermazione del partito di Giorgia Meloni, che meno di due anni dopo sarebbe diventata premier. Dopo le elezioni europee, FdI si è confermata primo partito, ma gli alleati sono andati molto meno bene del previsto. Viceversa il centrosinistra è avanzato. Uno scenario che apre nuove prospettive per le regionali in programma tra poco più di un anno.
Chantal Bomprezzi, segretaria regionale del Pd, le Marche sono ancora il “modello” di Fratelli d’Italia?
Più che di regione modello parlerei di colonia di Meloni, visto che Acquaroli risponde solo a lei e non ai marchigiani, basta guardare le varie nomine fatte negli anni. Siamo maglia nera su tutto ormai, e non parlo di colore politico: sanità pubblica allo sbando, numeri preoccupanti su lavoro ed economia, su povertà e giovani. L’autonomia differenziata sarà il colpo di grazia. Per questo stiamo creando i presupposti, nel partito e con la futura coalizione, per programmare e plasmare la regione dei prossimi 10 anni, tenendo conto dei danni che dovremo sistemare.
Il voto europeo ha restituito un ritratto in chiaroscuro del Pd marchigiano: consensi in crescita, ma Fdi appare ancora distante…
In realtà, è il miglior risultato del Pd da almeno 6 anni a questa parte. C’è stato un segnale di controtendenza, è innegabile, e dobbiamo insistere. Siamo un partito vivo, con una coalizione che inizia a vedersi. Chiaro che FdI gode del fatto di essere al governo, con risorse mai viste prima, grazie al Pnrr e al lavoro fatto dai governi di centrosinistra. Ma le risorse vanno gestite non per soddisfare la filiera di destra ma per dare a tutti i marchigiani risposte ai loro bisogni.
Bisognerà inoltre costruire una coalizione larga. Come vi state orientando per le alleanze?
Dobbiamo essere inclusivi e capire, nessuno escluso, che non potranno essere messi veti o imposizioni. La priorità è essere l’alternativa di governo. Partendo da quello, potremmo scrivere un programma davvero innovativo e attento alle esigenze degli ultimi. Alla fine di quel percorso, poi, capiremo insieme come individuare la candidata o il candidato presidente.
Il Pd marchigiano ha vissuto gli ultimi anni tra molte spaccature. Come ricomporre?
Un partito democratico non può prescindere dal dibattito interno, come succede nel nostro. Abbiamo la fortuna di non avere un padrone che decide per tutti. La mia intenzione è quella di cercare soluzioni che possano coinvolgere l’intera comunità democratica, valorizzando le risorse che abbiamo. Anche qui dovremo essere tutti disponibili a mettere da parte il passato. C’è qualcosa di più importante a cui tendere. Sono in carica come segretaria regionale del Pd dal febbraio del 2023, in questo periodo abbiamo fatto ripartire un partito rassegnato dopo un commissariamento, girando sui territori, fino ai circoli più piccoli delle aree interne. Tante le iniziative messe in campo, con la difesa della sanità pubblica al primo posto. Abbiamo riallacciato i rapporti con gli stakeholders. Insomma, un grande lavoro dentro e fuori il partito. Quando andiamo in giro noto che apprezzano molto di vedere attorno a me una squadra affiatata di volontari, in larga parte giovani – io stessa sono la segretaria regionale più giovane d’Italia -, che hanno passione genuina per la politica. Vorremmo continuare in questa direzione con l’aiuto di tutti.
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