Internazionale

La Russia si ritira dall’accordo sul grano. «Decisione definitiva»

Putin durante il discorso alla nazione dopo la rivolta della Wagner - EPA/GAVRIIL GRIGOROV/SPUTNIK/KREMLINPutin – EPA/GAVRIIL GRIGOROV/SPUTNIK/KREMLIN

Russia Dai paesi occidentali si è levato un coro di proteste unanime contro quello che è definito un ricatto

Pubblicato circa un anno faEdizione del 18 luglio 2023

«Milioni di persone pagheranno il prezzo per l’uscita della Russia dall’accordo sul grano» ha dichiarato ieri il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Stavolta, infatti, non c’è stato alcun colpo di scena positivo allo scadere, anzi, secondo fonti russe, «la decisione è definitiva» e «non sono previsti altri colloqui per discutere una proroga dell’iniziativa».

Dai paesi occidentali si è levato un coro di proteste unanime. Gran Bretagna e Olanda hanno definito la presa di posizione russa «deludente». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato di «una cattiva notizia per tutto il resto del mondo» e ha accusato Mosca di non sentirsi «responsabile della buona convivenza nel mondo». Parigi ha definito «illegale» il blocco imposto dalla marina militare russa alle navi commerciali ucraine e ha insistito affinché il Cremlino faccia «cessare il suo ricatto sulla sicurezza alimentare mondiale». Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha invece scritto di essere «già al lavoro per soluzioni alternative. Il tema sarà affrontato al vertice sulla sicurezza alimentare, a Roma il 24 luglio, che abbiamo organizzato con l’Onu».

Dal canto loro i diretti interessati si dicono pronti «a considerare il ripristino dell’accordo solo quando si otterranno risultati concreti, piuttosto che garanzie» e accusano la stampa di «terrorismo dell’informazione», in quanto i Paesi coinvolti e l’Onu hanno commesso «una grave violazione degli obblighi previsti» dall’intesa. Il Cremlino ha anche aggiunto che la sospensione dell’accordo sul grano non ha «nulla a che vedere» con l’attacco ucraino al ponte di Crimea e che «la decisione era già stata presa». Da Kiev, invece, il presidente Zelensky sostiene che «anche senza la Russia, bisogna fare di tutto per poter utilizzare il corridoio del Mar nero. Non abbiamo paura».

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