Non è il rifiuto dell’immigrazione, la difesa delle identità nazionali o il «no» ai diktat di Bruxelles. Se c’è un punto sul quale l’alleanza delle nuove destre, a cui ieri Salvini ha aggiunto un nuovo tassello, è già realtà, non va cercato tra gli slogan o i programmi elettorali, quanto piuttosto nell’attitudine geopolitica di queste forze. Ad unire il «fronte sovranista» è il volto, o se si preferisce l’ombra, di Vladimir Putin. Una fitta rete di rapporti, viaggi, incontri, scambi politici, e in alcuni casi anche economici, lega da tempo l’arcipelago nero con l’uomo forte del Cremlino. NEL GIORNO DEL...