La roccaforte Abruzzo non sembra più inespugnabile
Regionali La riconferma di Marsilio (Fdi) insediata da D'Amico con il campo largo
Regionali La riconferma di Marsilio (Fdi) insediata da D'Amico con il campo largo
Il voto in Sardegna, con il suo esito al cardiopalma, scalda, anzi surriscalda pure l’Abruzzo. Qui si andrà alle urne, per le Regionali, il prossimo 10 marzo. A darsi battaglia sono Marco Marsilio, presidente uscente e ricandidato per il centrodestra, e Luciano D’Amico, per il centrosinistra. Marsilio, definito «il fedelissimo» della Meloni, che ha la sua roccaforte nell’Aquilano, punta al secondo mandato. È sostenuto dalle liste di FdI, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, UdC-Dc con Rotondi e dalla civica Marsilio Presidente.
D’Amico, docente dell’Università di Teramo di cui è stato anche rettore, ex presidente dell’azienda Tua, società che gestisce il trasporto regionale su gomma e su ferro, è sostenuto da Pd, M5S, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra con Democrazia Solidale, Italia Viva con Partito socialista italiano e +Europa, e dalla civica Abruzzo Insieme. La sua prima vittoria è stata quella di essere riuscito a costruire, generando un certo entusiasmo, un’ampia coalizione sfociata nel «Patto per l’Abruzzo». Alle scorse elezioni, quelle del 10 febbraio 2019, in cui votarono solo il 53% degli aventi diritto, Marsilio si impose con il 48,03%. Dietro di lui, l’ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini (Pd) in seguito divenuto commissario per la Ricostruzione, che prese il 31,28%. Andò per conto proprio il Movimento 5Stelle che, con Sara Marcozzi, ora migrata nelle file di Fi, conquistò il 20,2%. In questi giorni i sondaggi, promossi qui e lì, si accavallano e si rincorrono. Quello realizzato da Winpoll «indica – come sottolineano nel centrosinistra – un testa a testa tra Marsilio e D’Amico», offrendo altre utili indicazioni e cioè che «molti cittadini bocciano l’operato della giunta Marsilio». Lo stesso sondaggio racconta una competizione difficile, con Marsilio al 50,4% delle preferenze contro il 49,6% di D’Amico, escludendo il 34% di coloro che si dicono intenzionati a non votare. Al momento si parla di «sostanziale equilibrio, di partita apertissima».
Daniele Marinelli, segretario Pd Abruzzo: «A dividere le due coalizioni sono soltanto pochi decimali. Al di là del dato importante sulle intenzioni di voto, è molto indicativo il dato sulla fiducia, che fotografa un vantaggio di 12 punti percentuali in favore di D’Amico. Insomma, se c’è un candidato che ha chance di crescere, è il nostro. E l’aria che tira è buona». Non la pensano così dall’altra parte.
Mentre Marsilio tira dritto e continua a tagliare nastri e ad annunciare, quasi quotidianamente, decine di milioni stanziati dai vari ministeri, il leader delle Lega Salvini, ieri a Pescara, ha detto: «È l’occasione per rivincere subito, qui, dove sono assolutamente ottimista, sia riguardo al centrodestra che alla Lega. Sono sereno. Si è governato bene, abbiamo liste forti in tutte le province, mentre in Sardegna in alcune zone abbiamo avuto difficoltà». Il risultato sardo, a sinistra, ha dato la carica. Pierluigi Bersani sui social: «Lo squillo di tromba è arrivato! Grazie Alessandra per come hai guidato la riscossa sarda. Adesso, tutti in Abruzzo!». Elly Schlein è «scesa» più volte, in quest’ultimo periodo, nelle terre dannunziane per la campagna elettorale. Mentre è in arrivo, per i pentastellati, Giuseppe Conte. E anche la neo presidente Todde pare voglia farsi vedere da queste parti.
A dar manforte a Marsilio, invece, la premier Giorgia Meloni che a L’Aquila ha di recente firmato l’Accordo per il Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. «Con questo documento – ha annunciato – noi assegniamo all’Abruzzo un miliardo 257 milioni di euro. Sono risorse che vengono destinate al finanziamento di quasi 200 progetti. Sono certa – ha aggiunto – che l’Abruzzo possa ancora stupire, non solo l’Italia ma il mondo. E io farò la mia parte». Tra le questioni più dibattute c’è la sanità. Marsilio rimarca di aver sbloccato fondi a iosa e di essere riuscito ad approvare, finalmente, la rete ospedaliera. D’Amico parla di disastro «con liste di attesa improponibili, servizi inefficienti, di una forte e costosa mobilità passiva, anche per ricoveri ordinari, day hospital e prestazioni specialistiche».
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