La rappresaglia russa colpisce Odessa e Mykolayiv
Il limite ignoto Missili nella notte sulle due città. Il Cremlino: Londra complice dell’attacco al ponte
Il limite ignoto Missili nella notte sulle due città. Il Cremlino: Londra complice dell’attacco al ponte
Dopo il ponte di Crimea, la rappresaglia. A pagare le conseguenze della vendetta russa, giunta 24 ore dopo l’attacco ucraino al ponte di Kerch, stavolta sono state Odessa e Mykolayiv, colpite la scorsa notte da diverse salve di missili. Gli artiglieri di Mosca hanno preso di mira le infrastrutture portuali, causando diversi danni anche agli edifici di stoccaggio del grano. Intanto le autorità filorusse della Crimea accusano la controparte di aver lanciato decine di droni contro la penisola.
A ODESSA le sirene hanno iniziato a suonare intorno alle 2 e, secondo fonti locali, in città si sono sentite distintamente almeno quattro esplosioni. A denunciare l’attacco per primo è stato il portavoce dell’amministrazione militare regionale, Sergei Bratchuk: «La Federazione russa ha lanciato un missile e attaccato con droni kamikaze, attualmente stiamo raccogliendo le informazioni sulle conseguenze di questo attacco terroristico». Più tardi, fonti ucraine hanno chiarito che «i detriti dei missili abbattuti e l’onda d’urto dell’abbattimento hanno danneggiato le infrastrutture portuali». Dal ministero della Difesa russo hanno fatto sapere che si è trattato di una «rappresaglia contro le strutture ucraine dove si stavano preparando attacchi terroristici usando droni marini». Il riferimento è all’operazione delle forze speciali di Kiev contro il ponte che collega Sebastopoli alla Russia continentale. A Odessa, continuano fonti ministeriali russe, è stato colpito «un cantiere navale e sono stati distrutti depositi che fornivano carburante alle forze armate ucraine per un volume totale di circa 70mila tonnellate di carburante». Al solito, annuncia il Cremlino «tutti gli obiettivi pianificati dell’attacco sono stati colpiti».
Anche la vicina Mykolayiv è stata colpita. Il sindaco Oleksandr Senkevich ha dichiarato: «Intorno all’1.50», quindi in concomitanza con il bombardamento di Odessa, «è stato colpito un impianto industriale. C’è stato un incendio abbastanza grave su un’area di 500 metri quadrati, che intorno alle 5.30 è stato domato». Per ora, tuttavia, il bilancio peggiore (un morto e cinque feriti) si registra a Orikhiv, nella regione di Zaporizhzhia.
DALL’ALTRO LATO del fronte, il governatore filorusso della Crimea, Sergei Aksenov, ha riferito di 28 droni lanciati da Kiev contro la penisola annessa da Mosca nel 2014. Secondo Aksenov nessuno dei velivoli sarebbe andato a segno. E una potenziale buona notizia per gli abitanti della Crimea è giunta dal vice-premier russo, Marat Khusnullin, il quale sostiene che un’ispezione delle campate del ponte colpito nella notte tra domenica e lunedì «ha confermato che le condizioni permettono il flusso dei mezzi di trasporto» ed è stata quindi riaperta una corsia per i mezzi su gomma. L’attacco ucraino, dunque, non sarebbe riuscito nell’intento di interrompere il transito di veicoli tra la penisola e il territorio russo. Dmitry Polyansky, vice rappresentante russo presso l’Onu, ha annunciato un’inchiesta sul «coinvolgimento dei servizi segreti occidentali, in particolare britannici, nell’attacco al ponte di Crimea». Da Londra il ministero degli Esteri ha negato ogni coinvolgimento nell’operazione.
AL MOMENTO, tuttavia, risulta molto più minaccioso l’ammassamento di soldati russi sul fronte est, in un’area tra la regione di Kharkiv e quella di Donetsk. Il portavoce del comando orientale dell’esercito ucraino, Sergei Cherevati ha spiegato che «nella zona di Lyman-Kupiansk, il nemico ha concentrato un gruppo molto potente: più di 100.000 truppe, circa 900 carri armati, 555 sistemi di artiglieria, 370 lanciarazzi». Cherevati ha anche aggiunto che ha schierato nell’area le sue «migliori unità di fanteria motorizzata».
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