La rappresaglia stavolta non si è fatta attendere. All’alba di ieri l’Ucraina si è svegliata sotto una pioggia di missili lanciati dalle forze russe con l’evidente intento di rispondere all’attacco al ponte di Kerch di sabato. Kiev, Leopoli, Dnipro, Zaporizhzhia, Sumy, Kryvyi Rih, Mykolayiv e Odessa sono state bersagliate da almeno 83 missili, di cui 41 sarebbero stati intercettati dalla contraerea di Kiev, secondo le cifre fornite dai funzionari ucraini.

LA TEORIA SECONDO LA QUALE non rivendicare l’attacco al ponte di Crimea avrebbe lasciato a Mosca la possibilità di parlare ancora una volta di un «incidente» stavolta non ha funzionato. Anzi, il presidente Putin in un videomessaggio diffuso dopo una riunione del consiglio di sicurezza nazionale russo ha rivendicato gli attacchi. «Abbiamo condotto un massiccio attacco missilistico con armi ad alta precisione contro infrastrutture energetiche, comandi militari e centri di comunicazione ucraini» ha dichiarato il leader del Cremlino, menzionando apertamente l’attacco dell’8 ottobre al ponte sullo stretto di Kerch e definendolo un «attacco terroristico».

Putin ha accusato direttamente l’Sbu (i servizi segreti ucraini) per l’attentato al viadotto russo, ma non si è limitato a questo. «Il regime di Kiev ha tentato di far saltare il gasdotto Turkstream e ha ripetutamente attaccato una centrale nucleare nella regione di Kursk». Le ultime due accuse suonano piuttosto nuove ma il presidente russo non ha specificato oltre né fornito prove a supporto delle sue tesi. Inoltre ha minacciato nuovamente Kiev, affermando che se quest’ultima «continuerà ad attaccare il territorio russo» la risposta di Mosca sarà «brutale».

Non si può dire che la risposta di ieri non si sia distinta in quanto a «brutalità». Nel quartiere Shevchenkivskyi di Kiev, ad esempio, almeno 5 persone sono rimaste uccise e circa 50 ferite. Alcune di queste a causa degli incendi scoppiati tra le auto in sosta. Sempre nella capitale ucraina è stata colpita la sede dell’azienda energetica privata «Dtek» e alcuni uffici dell’ambasciata tedesca. A Leopoli una delle infrastrutture che portava corrente elettrica in città è stata seriamente danneggiata generando un blackout in quasi tutto il centro urbano. Anche la centrale termica della «capitale dell’ovest» è stata gravemente danneggiata provocando l’interruzione delle forniture di acqua calda.

A DNIPRO SI È SFIORATA la strage in quanto uno dei missili è caduto vicino a un autobus pubblico in quel momento pieno di passeggeri. Per fortuna l’esplosione non ha raggiunto il mezzo e non si sono registrati morti. Tuttavia, nella regione circostante almeno 4 persone sono rimaste uccise e 20 sono ferite. A Kryvyi Rih, nello stesso oblast, un’altra infrastruttura energetica colpita ha lasciato al buio una parte consistente della città, si parla di circa 80 mila residenti. Nell’est anche a Kharkiv si sono registrati danni significativi alla rete elettrica cittadina e, seppure al momento non ci sono conferme ufficiali, sembra che almeno metà della città rimarrà senza corrente nei prossimi giorni. Mentre sono in corso le rilevazioni per stimare i danni e in alcuni centri sono già iniziate le operazioni di ripristino delle forniture, le autorità ucraine hanno invitato la popolazione a «ridurre il consumo energetico al minimo».

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba ha sospeso il suo tour diplomatico in Africa per rientrare immediatamente in patria. «Bisogna smetterla di scaricare le responsabilità – ha dichiarato – , Putin non è stato “provocato” dalle esplosioni sul ponte di Crimea; la Russia ha bombardato costantemente l’Ucraina fin dall’inizio dell’invasione, ben prima dell’esplosione del ponte».

KULEBA HA POI ACCUSATO a sua volta la Russia di essere uno stato «terrorista» e Putin di essere «disperato a causa delle sconfitte sul campo di battaglia». Il presidente Zelensky, dopo aver ribadito le accuse del suo ministro degli Esteri, ha diffuso un video messaggio nel quale afferma che «neanche i missili russi fiaccheranno la fiducia degli ucraini nella vittoria». Zelensky ha poi aggiunto che quest’oggi interverrà a una riunione del G7 convocata d’urgenza insieme (e grazie) al cancelliere tedesco Olaf Scholz, nel quale riferirà sugli «attacchi terroristici russi».

Nicu Popescu, ministro degli Esteri moldavo, ha pubblicamente accusato la Russia di aver violato lo spazio aereo del suo Paese con tre missili balistici che sarebbero stati lanciati dal Mar Nero alla volta delle città ucraine. Popescu ha fatto sapere di aver convocato l’ambasciatore russo per ricevere spiegazioni in merito.

GLI ATTACCHI DI IERI, inoltre, avranno anche delle conseguenze non trascurabili per i civili nelle zone del fronte. Ma almeno la Croce rossa ha smentito le notizie di uno stop alle sue attività per ragioni di sicurezza: «Dopo gli ultimi attacchi la Croce rossa ha anzi intensificato il suo sostegno alle vittime», recita la nota ufficiale.