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La provincia dell’Aquila incorona Marsilio e ferma il centrosinistra

La provincia dell’Aquila incorona Marsilio e ferma il centrosinistraLa conferenza stampa del governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio – foto LaPresse

Inciampo largo Nell’aquilano, serbatoio di voti delle destre, è la Marsica che tira la volata al riconfermato governatore di Fratelli d’Italia

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 12 marzo 2024

Il campo largo non ha fermato la corazzata del centrodestra. Marco Marsilio rivince in Abruzzo e fa il bis da presidente, caso raro nella storia della Regione. È stato rieletto con il 53,50%, pari a 327.660 voti. Luciano D’Amico, candidato del centrosinistra, ha avuto invece 284.748 voti pari al 46,50%. La coalizione a sostegno del confermato governatore, con Fratelli d’Italia, Fi, Lega, Noi Moderati, UdC-Dc con Rotondi e Marsilio Presidente, ha preso 316.637 preferenze pari al 54,67%. Sono invece 262.565 i voti, pari al 45,33%, per la coalizione di centrosinistra, con Pd, M5S, Azione, AVS-DemoS, Italia Viva-Psi+Europa e Abruzzo Insieme. Nessun vento sardo ha spirato da queste parti.

IL GIORNO DOPO MARSILIO, che sceglie la roccaforte della destra, ossia L’Aquila, per commentare le elezioni, accolto con bandiere e applausi, non risparmia di dispensare vetriolo. «Il campo lungo ha battuto il campo largo», esordisce riferendosi al suo soprannome, «il lungo». «E parafrasando il mio slogan elettorale, “Il governo che fa bene all’Abruzzo”, posso dire che è l’Abruzzo che ha fatto bene al governo». E poi: «Faccio i miei complimenti a Luciano D’Amico che mi ha telefonato. Gli auguro ora di guidare bene l’opposizione. Ha avuto il merito di mettere insieme il diavolo e l’acqua santa». Giù contro «la vecchia classe dirigente del Pd di cui nessuno ha nostalgia» e Elly Schlein dalle tre nazionalità. Si toglie tutti i sassi dalle scarpe. Ritira fuori pure la storia dei mari (quando affermò che l’Abruzzo è bagnato da tre mari) con cui gli avversari, che ora «debbono fare i conti con Mar… silio», l’hanno schernito.

D’AMICO, PROFESSORE universitario, resta invece a Pescara, la città che lo ha preferito a Marsilio (qui il centrosinistra vince col 52,3% corteo il 47,7%), e fa il mea culpa: «Credo che ci sia mancata la capacità di comunicare le nostre intenzioni e i nostri programmi e me ne assumo tutte le responsabilità. Faremo cinque anni di opposizione seria in Regione e riusciremo a costruire un’alternativa al governo delle destre». Il campo largo? «Non lasceremo che questa esperienza di unità e di patto, si concluda qui. È questo il primo importante passo per un cammino insieme». Ma c’è dell’altro. «Due abruzzesi su quattro non hanno votato. Un abruzzese su quattro ha scelto la coalizione di Marsilio, uno su quattro ha votato per la nostra coalizione. La sconfitta più bruciante è nell’astensionismo. I cittadini – ha aggiunto D’Amico – non hanno compreso che la Regione con le sue scelte impatta quotidianamente sulla vita di tutti. Non siamo riusciti a convincere i giovani. La vera sfida, in futuro, è far capire le motivazioni per cui il cittadino se vuol essere cittadino deve fare le sue scelte». In effetti questa tornata elettorale è stata segnata più che mai dal forfait degli elettori. Urne vade retro: affluenza bassissima e, spiega il costituzionalista Enzo Di Salvatore, «si tratta del dato peggiore dal ’95 ad oggi». Ha votato infatti il 52,19% degli aventi diritto, cioè 630.605 elettori su 1.208.207, contro il 53,11 delle Regionali del 2019. A fare peggio la provincia di Chieti, con il 48,40%. I più solerti sono stati gli abitanti dell’Aquilano (55,39%): qui, caso unico, l’affluenza è addirittura salita rispetto a cinque anni fa quando si registrò il 54,71%. Alla fine tra Marsilio e D’Amico ci sono stati 42.912 voti di scarto. Confluiti nel centrodestra, per la maggior parte, ossia 32.903, proprio dalla provincia dell’Aquila. Spicca, tra tutti, il dato di Avezzano, in cui Marsilio, con il 62,49%, ha asfaltato D’Amico (37,51). In alcuni centri della Marsica Marsilio ha toccato picchi del 75%.

A PREMIARE D’AMICO è invece la città di Pescara con la quale, dichiara Lorenzo Sospiri (Fi), «bisogna adesso riallacciare il rapporto». D’Amico promosso, con il 50,18%, su tutta la linea in provincia di Teramo, sede dell’ateneo dove è stato rettore e in cui insegna: da queste parti Marsilio (49,82%) non passa. Per quanto riguarda i partiti ecco il calo della Lega e dei 5Stelle e la risalita di FI che, dopo una nutrita campagna acquisti portata avanti sistematicamente, ha persino organizzato autobus dalla Campania all’Aquilano per portare gente a votare, viaggio immortalato con foto sui social. L’eurodeputato Fulvio Martusciello: «Ci sono napoletani che risiedono in provincia dell’Aquila, tra Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo, amici che ci hanno chiesto di andare insieme ai seggi». Risalita partenopea, per l’occasione, anche verso alcuni paesi del Chietino. Così tutti in gita sulle montagne d’Abruzzo, con la scheda elettorale in borsa.

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