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La protesta fuori programma: Magi strattonato e ferito

Riccardo Magi aggredito nel porto di ShengjinRiccardo Magi aggredito nel porto di Shengjin

Deporto sicuro Il deputato di +Europa strattonato dalla polizia albanese davanti al porto di Shengjin durante la visita di Meloni: «Se accade questo a un parlamentare, davanti alle telecamere, potete immaginare cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi là dentro»

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 6 giugno 2024

Non c’era solo Giorgia Meloni al porto di Shengjin. Fuori dal luogo dove ha tenuto la conferenza stampa con Edi Rama, il deputato e segretario di +Europa Riccardo Magi attendeva il passaggio delle macchine istituzionali con un cartello in mano: «No alla Guantanamo italiana». Una protesta pacifica, di un parlamentare per giunta, che però non è per nulla piaciuta agli uomini della sicurezza albanese.

Lo hanno strattonato per diversi minuti, provando a fare ostruzione e allontanarlo fisicamente. Magi non si è rassegnato e, con attitudine pannelliana, ha continuato a insistere, senza retrocedere di un passo. Era arrivato di buon mattino con la promessa di non permettere a Meloni di «farsi pubblicità a spese degli italiani», a modo suo ce l’ha fatta.

A un certo punto, infatti, da una delle macchine del corteo è costretta a scendere proprio la presidente del consiglio. Apparentemente per difendere il connazionale. Occhiali da sole e braccio teso in avanti ripete ai nerboruti: «don’t touch don’t touch, please, please».

Magi, che il progetto albanese lo segue con attenzione dall’inizio, insiste: «Se accade questo a un parlamentare, davanti alle telecamere, potete immaginare cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi là dentro». La replica di Meloni non si fa attendere: «Abbiamo portato qui la legislazione italiana ed europea, non voleva più Europa?».

Così la premier si volta ma mentre sta risalendo in macchina le viene l’idea. Torna indietro con calma e il sorriso sulle labbra, pronta ad assestare il colpo. Mette una mano sul petto di Magi e afferma: «Io la capisco e le sono solidale. Ho fatto un sacco di campagne elettorali in cui non sapevo se avrei superato lo sbarramento e avevo bisogno di farmi notare».

Una battuta che serve anche a non rispondere alle critiche politiche del deputato: «È uno spot elettorale che costerà un miliardo di euro agli italiani». In serata, su La7 da Mentana, la leader FdI ribadisce: «Capisco la campagna elettorale ma avrei evitato piazzate davanti a esponenti di un governo straniero».

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