La protesta fuori programma: Magi strattonato e ferito
Deporto sicuro Il deputato di +Europa strattonato dalla polizia albanese davanti al porto di Shengjin durante la visita di Meloni: «Se accade questo a un parlamentare, davanti alle telecamere, potete immaginare cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi là dentro»
Deporto sicuro Il deputato di +Europa strattonato dalla polizia albanese davanti al porto di Shengjin durante la visita di Meloni: «Se accade questo a un parlamentare, davanti alle telecamere, potete immaginare cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi là dentro»
Non c’era solo Giorgia Meloni al porto di Shengjin. Fuori dal luogo dove ha tenuto la conferenza stampa con Edi Rama, il deputato e segretario di +Europa Riccardo Magi attendeva il passaggio delle macchine istituzionali con un cartello in mano: «No alla Guantanamo italiana». Una protesta pacifica, di un parlamentare per giunta, che però non è per nulla piaciuta agli uomini della sicurezza albanese.
Lo hanno strattonato per diversi minuti, provando a fare ostruzione e allontanarlo fisicamente. Magi non si è rassegnato e, con attitudine pannelliana, ha continuato a insistere, senza retrocedere di un passo. Era arrivato di buon mattino con la promessa di non permettere a Meloni di «farsi pubblicità a spese degli italiani», a modo suo ce l’ha fatta.
A un certo punto, infatti, da una delle macchine del corteo è costretta a scendere proprio la presidente del consiglio. Apparentemente per difendere il connazionale. Occhiali da sole e braccio teso in avanti ripete ai nerboruti: «don’t touch don’t touch, please, please».
Riccardo Magi strattonato a Shengjin, urla a Meloni: “se accade questo a un parlamentare con le telecamere, potete immaginare che cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi qua dentro”. Almeno un faccia-a-faccia elettorale ha avuto luogo: non in Italia ma in #Albania.… pic.twitter.com/ex9kuZ3JIp
— Sergio Scandura (@scandura) June 5, 2024
Magi, che il progetto albanese lo segue con attenzione dall’inizio, insiste: «Se accade questo a un parlamentare, davanti alle telecamere, potete immaginare cosa accadrà ai poveri cristi che saranno chiusi là dentro». La replica di Meloni non si fa attendere: «Abbiamo portato qui la legislazione italiana ed europea, non voleva più Europa?».
Così la premier si volta ma mentre sta risalendo in macchina le viene l’idea. Torna indietro con calma e il sorriso sulle labbra, pronta ad assestare il colpo. Mette una mano sul petto di Magi e afferma: «Io la capisco e le sono solidale. Ho fatto un sacco di campagne elettorali in cui non sapevo se avrei superato lo sbarramento e avevo bisogno di farmi notare».
Una battuta che serve anche a non rispondere alle critiche politiche del deputato: «È uno spot elettorale che costerà un miliardo di euro agli italiani». In serata, su La7 da Mentana, la leader FdI ribadisce: «Capisco la campagna elettorale ma avrei evitato piazzate davanti a esponenti di un governo straniero».
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