La prefettura chiude il centro di accoglienza di don Biancalani
Migranti La cucina non è a norma, sigilli alla struttura di Vicofaro. Salvini esulta, il parroco: «Faremo i lavori di messa in sicurezza e ripartiremo con più forza. Stia tranquillo il ministro, noi non ci fermiamo»
Migranti La cucina non è a norma, sigilli alla struttura di Vicofaro. Salvini esulta, il parroco: «Faremo i lavori di messa in sicurezza e ripartiremo con più forza. Stia tranquillo il ministro, noi non ci fermiamo»
«Ripartiremo con più forza e magari sarà l’occasione per migliorare la struttura. Stia tranquillo Salvini». Non si perde d’animo don Massimo Biancalani a cui ieri la prefettura di Pistoia ha chiuso il centro d’accoglienza per migranti che gestisce nella sua parrocchia di Vicofaro, con tanto di tweet del ministro dell’interno Salvini: «Tempi duri per il prete che ama circondarsi di migranti, ancora un po’ e la canonica scoppiava…».
«Il centro non è chiuso» spiega don Massimo «ha bisogno di lavori di adeguamento dei locali della cucina. Bisogna mettere dei solai ignifughi». Per poter riaprire avrà bisogno di centomila euro per essere messo a norma.
Eppure la zona della parrocchia dove si trova il Centro d’accoglienza straordinaria (Cas) non è vicina alla cucina. Il centro si trova al primo piano mentre la cucina si trova al piano inferiore ma la nuova prefetta, Emilia Zarrilli, insediatosi da un mese, si è mostrata inflessibile. Un cambio atteso quanto improvviso in sostituzione di Angelo Ciuni, che, come ricorda don Massimo «fu l’ex prefetto ad aiutarci ad allestire il centro». Zarrilli ha iniziato la sua esperienza prefettizia come direttore dello sportello unico dell’immigrazione della prefettura di Roma.
Da qualche anno il sabato sera la cucina del centro (dotata anche di forno a legna) veniva utilizzata non solo per il sostentamento di chi frequentava la parrocchia, ma trasformata nella «Pizzeria del rifugiato». I dodici ragazzi ospitati nella struttura, dopo aver frequentato un corso e in possesso del certificato Haccp, servivano ai tavoli o preparavano le pizze per i clienti. Ora sono stati trasferiti in un’altra struttura a Ramini, poco distante, sempre appartenente all’associazione di don Massimo. La parrocchia ospitava in un’altra ala anche dei senza fissa dimora e altri giovani con permesso di soggiorno usciti da programmi di protezione internazionale. Settantacinque in tutto, per loro il trasferimento sarà più complicato.
Il lavoro di don Biancalani è stato oggetto di attacchi pesanti in particolare dell’estrema destra. L’anno scorso Forza Nuova si presentò (accompagnata dalla Digos) alla messa domenicale officiata dal parroco «per vigilare sulla dottrina».
Matteo Salvini stesso lo aveva già attaccato quando il parroco si azzardò a portare i suoi ragazzi in piscina e all’inizio di agosto di quest’anno c’erano stati spari (colpi di scacciacane) al di fuori della parrocchia diretti contro un giovane rifugiato gambiano fortunatamente rimasto illeso.
La chiusura del centro ha scatenato Lorenzo Berti portavoce pistoiese di CasaPound che si augura «che questa azione non rimanga isolata e che il centro non riapra in pochi mesi».
Ieri nel pomeriggio don Massimo ha ricevuto la visita di solidarietà di Enrico Rossi, presidente della regione Toscana che lo ha difeso dagli attacchi di Salvini: «Lo ritengo profondamente sbagliato da parte di un ministro della Repubblica. Noi siamo su un’altra posizione e ci confrontiamo nel rispetto della democrazia e delle leggi». E sulla decisione della prefettura Rossi dichiara: «Faccio presente che sono state spesso le prefetture a individuare le strutture che accolgono – ha detto il governatore -, spesso con una gara. La differenza tra questa e altre strutture è che Vicofaro non ha fini di lucro e quindi merita una particolare attenzione e apprezzamento».
Il governatore ha auspicato un ritorno alla vecchia gestione dell’accoglienza quando era in capo alla regione e non alle prefetture: «Quando la gestivamo noi non c’erano tutti i problemi di adesso e il numero delle persone ospitate non era inferiore ma la Regione coinvolgeva i sindaci, i territori, i cittadini».
Biancalani dal 18 al 20 settembre è stato invitato dal Vaticano per presentare il suo lavoro di integrazione dei rifugiati a una conferenza dal titolo «Xenofobia, razzismo, nazionalismo populista nel contesto della migrazione mondiale».
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