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La Polonia non candida agli Oscar «The Green Border» dopo gli attacchi

La Polonia non candida agli Oscar «The Green Border» dopo gli attacchiUna scena da «The Green Border»

Cinema Holland subisce attacchi sempre più pesanti in patria, la regista: «Il governo fa paura»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 26 settembre 2023

La commissione polacca per gli Oscar ha indicato The Peasants come candidato per la Polonia nella categoria miglior film internazionale. L’animazione di Dorota Kobiela e Hugh Welchman, già autori di Loving Vincent (2016), una storia d’amore ispirata a I contadini, romanzo dello scrittore premio Nobel Wladyslaw Reymont, è stata preferita a The Green Border di Agnieszka Holland, acclamato dalla critica e premiato alla Mostra di Venezia 80, che uscito questi giorni nelle sale polacche sta registrando un ottimo risultato di pubblico. La regista è stata in precedenza candidata due volte all’Oscar con Europa Europa e con In Darkness.

La decisione, annunciata dalla commissione ieri a Varsavia, sembra echeggiare la campagna di odio contro il film e contro Holland messa in atto dal governo di destra polacco, con il ministro della giustizia che nei giorni scorsi ha paragonato The Green Border alla «propaganda nazista» mentre il presidente polacco Duda ha invitato in un’ intervista televisiva a boicottarlo. E poco prima dell’uscita, lo scorso 22 settembre, il ministro degli interni polacco Pobozy è arrivato a imporre in sala un video governativo prima del film «in cui si smaschera la visione falsa e distorta della regista a scapito dei nostri soldati che difendono i nostri confini». Una decisione senza precedenti nella Polonia democratica.

«I LORO comportamenti sono tipicamente orwelliani – era stata la replica di Holland – Dicono di essere attaccati e attaccano, stravolgono il senso di ogni parola, sono loro i persecutori e si definiscono delle vittime. Purtroppo non è affatto sorprendente». The Green Border – che non ha avuto il finanziamento pubblico nazionale – racconta attraverso l’esperienza drammatica di una famiglia siriana in fuga dalla guerra che cerca di entrare in Europa per raggiungere dei parenti in Svezia, la feroce politica migratoria messa in atto dal governo polacco sul confine con la Bielorussia. Quest’ultima li ha attratti lì con la promessa di un facile passaggio nell’Unione europea e invece si ritrovano in una trappola. Sui loro corpi e sulle loro vite si consuma lo scontro tra i due paesi che li respingono da una parte all’altra con estrema violenza: torture, stupri, botte, niente cibo né acqua e alcun rispetto per qualsiasi diritto civile.

«Conosco tutti i membri della commissione e mi hanno detto che pensavano che il mio film fosse la scelta migliore e che avrebbe avuto le migliori possibilità agli Oscar – ha commentato Holland saputa la notizia – Purtroppo temono che il governo li punisca limitando le sovvenzioni o i finanziamenti per i loro film. Hanno scelto un ottimo film e non un prodotto di propaganda ma il governo ha centrato comunque il suo obiettivo che era quello di creare un clima di paura».

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