La Passione di Martinu, esperienza migratoria oltre il tempo storico
Opera Fino al 27 agosto al festival di Salisburgo «The Greek Passion», l’urgente opera-testamento del compositore ceco tratta dal romanzo di Nikos Kazantzakis «La seconda crocefissione di Cristo»
Opera Fino al 27 agosto al festival di Salisburgo «The Greek Passion», l’urgente opera-testamento del compositore ceco tratta dal romanzo di Nikos Kazantzakis «La seconda crocefissione di Cristo»
Mentre molti titoli di Leoš Janácek compaiono ormai stabilmente nelle stagioni liriche europee, soltanto dalla fine del secolo scorso le opere di Bohuslav Martinu hanno guadagnato l’attenzione dei festival e di alcuni teatri di primo piano. L’approdo al Festival di Salisburgo di The Greek Passion per la regia di Simon Stone può segnare una svolta per il capolavoro teatrale di Martinu. Ultima di un ricco catalogo di quattordici titoli in cui spiccano Julietta e Mirandolina, l’opera è tratta dal romanzo La seconda crocefissione di Cristo di Nikos Kazantzakis e in Italia è stata proposta solo nel 2011 dal Teatro Massimo di Palermo. Martinu stesso adattò per la scena la traduzione inglese del romanzo in stretta collaborazione con Kazantzakis, con cui condivideva l’esperienza di esule.
LA STORIA è incentrata sull’arrivo in un villaggio greco di un gruppo di profughi di guerra, che i maggiorenti della città e il pope Grigoris scacciano sulle montagne vicine. Il pastore Manolios, prescelto per interpretare Cristo nella sacra rappresentazione della Pasqua, i suoi compagni e la prostituta Katerina, designata per Maddalena, prendono invece le parti dei profughi e del loro pope Fotis, che predica la carità e la condivisione. Le tensioni aumentano e infine Manolios viene scomunicato e ucciso dai compaesani, mentre i profughi ripartono. Dolorosamente attuale oggi come allora – nel 1958 il Covent Garden rinunciò a mettere in scena la prima versione anche a causa del concomitante conflitto civile a Cipro – The Greek Passion è un manifesto dello stile maturo di Martinu, al tempo stesso eclettico e inconfondibilmente personale.
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Il nuovo canto di Ulisse, un viaggio senza ritornoDAI QUADRI di taglio naturalistico, dalla morte del vecchio profugo alla salita in montagna con l’asino di Yannakos-Pietro, il toccante Charles Workman, si passa alle atmosfere mistico-simboliche delle visioni di Manolios o delle scene di passione inespressa con Katerina, in contrasto con la seduzione di Lenio, sposa promessa di Manolios, da parte del pastore Nikolio. Due formule fuse nell’epilogo, dopo le nozze di Lenio: Julian Hubbard, Panais-Giuda, guida il gruppo che assassina Manolios davanti a tutti. Il sangue di Cristo è sparso ancora una volta, risuona il canto di Pasqua e i profughi riprendono il cammino. I quindici minuti di applausi la sera del 13 agosto, con il pubblico commosso e in piedi a festeggiare gli interpreti, lasciano sperare che per The Greek Passion sia arrivato il tempo del riscatto.
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