La Polonia ha dato prova di sangue freddo dopo l’esplosione mortale di martedì pomeriggio nel villaggio di Przewodów, situato nel voivodato di Lublino, nel profondo est del paese. Se la tesi che vuole che sia stato soltanto un incidente missilistico è ormai cosa appurata grazie all’avallo dei vari Biden, Stoltenberg e del resto della comunità internazionale a Bali ed oltre, è tempo di fare i primi bilanci in una Polonia colpita indirettamente dall’aggressione russa in Ucraina. Una delle due vittime aveva appena finito di trasportare un carico di mais nel traino di un trattore quando un’esplosione ha squarciato il silenzio in quest’angolo remoto della Polonia, a circa 7 km in linea d’aria dal confine ucraino. L’esplosione, avvenuta verso le 4 di pomeriggio, potrebbe essere stata causata dalla combustione di benzina presente sul terreno dell’azienda agricola, in seguito all’impatto con un missile, o con un suo frammento, e che avrebbe poi finito per incenerire il trattore e distruggere l’impianto per l’essiccazione di cereali della fattoria.

LA NOTIZIA, anticipata da un giornalista dell’emittente polacca Radio Zet, data ufficialmente più in tardi in serata dall’Ap, ha tenuto con il fiato sospeso tutta la nazione per almeno sei ore. Verso le 22 Piotr Müller, portavoce del governo della destra populista di Diritto e giustizia (Pis), è apparso davanti alle telecamere con un cipiglio severo che ha lasciato presagire il peggio: «A causa di questa situazione sono state messe in moto le procedure previste che prevedono anche l’incremento delle unità militari in territorio polacco e un aumento della capacità di risposta in combattimento da parte degli altri corpi in divisa», ha spiegato Muller paventando anche il ricorso all’ormai sempre più noto meccanismo delle consultazioni tra i membri della Alleanza atlantica, previsto dall’Articolo 4 del trattato Nato. In verità la Polonia lo aveva già fatto in due occasioni invocando tale dispositivo durante la campagna russa in Crimea nel 2014, e poi ancora a febbraio scorso all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina.

CI SARÀ una terza volta? Difficile dirlo ma le dichiarazioni rilasciate ieri del presidente polacco Andrzej Duda, espressione del Pis, lasciano pensare che non accadrà, almeno questa volta: «Non è stato un attacco alla Polonia. Non abbiamo le prove che sia stata la Russia a lanciare il missile», ha dichiarato Duda a margine di un briefing presidenziale prima di prendere parte al Consiglio di sicurezza nazionale, un organo consultivo convocato dal presidente stesso a cui partecipano anche i rappresentanti dei partiti all’opposizione. I principali quotidiani del paese Gazeta Wyborcza, Rzeczpospolita e l’opposizione non hanno comunque risparmiato una stoccata al governo per il ritardo con cui ha espresso pubblicamente la posizione del Paese sulla Vistola: «Non può essere che polacche e polacchi siano costretti a farsi un’idea di quello che succede al confine sulla base di ipotesi diffuse da agenzie di stampa straniere e di notizie false su internet», ha commentato l’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e leader dell’opposizione. Che si tratti di sangue freddo, di un eccesso di prudenza, oppure di un deficit comunicativo da parte dei governanti, poco importa. La verità è che adesso la Polonia ha un po’ più paura dopo l’incidente di Przewodów. Una situazione del tutto comprensibile visto che almeno dieci dei missili nell’attacco massiccio di martedì in territorio ucraino erano indirizzati verso la città di Leopoli, distante appena 70 km dalla frontiera polacca. E inevitabile dunque non pensare che il conflitto, seppur in territorio ucraino, si stia allargando sempre più ad Ovest.

PIÙ A SUD della Polonia, nel voivodato della Precarpazia, sempre lungo il confine con l’Ucraina, è stata dislocata una batteria di missili terra-aria Patriot, vicino all’infrastruttura dell’aeroporto di Jasionka, utilizzata dal Pentagono per rifornire le forze ucraine. Arriveranno presto altre batterie. Eppure, al momento, la mancanza diffusa di sistemi d’arma antiaereo a corto e medio raggio in Polonia, sottolineata anche da alcuni esperti militari, non fa altro che aumentare le apprensioni dei cittadini in vista di incidenti simili che potrebbero accadere nuovamente nelle regioni limitrofe all’Ucraina e alla Bielorussia.