Desta sempre più preoccupazione l’incidente avvenuto lunedì nella baia antistante Gibilterra fra la nave mercantile Os35, battente bandiera tuvaliana, e la nave Adam Lng, che trasportava gas metano liquefatto. Mentre la nave metaniera non sembra aver subito danni, l’Os35, che trasporta 215 tonnellate di olio combustibile, 250 di gasolio e 27 di olio lubrificante (secondo quanto confermato ieri dal governo gibilterriano), ieri mattina ha iniziato a perdere liquidi da una delle sue quattro gru, danneggiata dall’impatto. La prua della nave, lunga 178 metri, si trova a 17 metri di profondità.

Nel pomeriggio le autorità gibilterriane hanno informato che la nave mercantile si sta spezzando in due: «Per questo motivo si tenta cercando di togliere urgentemente il combustibile della nave, ma non è stato ancora possibile», hanno segnalato. Secondo il rapporto stilato dalle stesse autorità inglesi, si stima che ci vorranno circa 50 ore per pompare tutto il carburante, non appena le operazioni possano avere inizio. Intanto, la giunta andalusa ha dichiarato ieri pomeriggio lo stato di pre-emergenza davanti al rischio di grave contaminazione del litorale. Le autorità gibilterriane hanno assicurato di essere in contatto con l’autorità portuaria di Algeciras, che condivide la baia con Gibilterra, con il presidente della Giunta andalusa, Juan Manuel Moreno Bonilla, e con Juan Franco, sindaco de La Línea de la Concepción, davanti alle cui coste, a est di Gibilterra, giace la nave.

L’OS 35 stava uscendo dallo stretto per dirigersi verso i Paesi Bassi quando ha agganciato l’Adam Lng, che era ancorata in porto. Non sono ancora state chiarite le circostanze dell’incidente. Ieri mattina le autorità portuarie di Gibilterra avevano circondato la nave con una barriera protettiva e sostanze assorbenti per cercare di minimizzare il rischio di una catastrofe ambientale. Per il momento, il liquido, la cui natura non è stata chiarita, non ha ancora raggiunto le coste.

La Spagna è il paese europeo con più infrastrutture per la rigassificazione del metano liquido e incidenti come questo non faranno che aumentare. Gli ecologisti di Verdemar Ecologistas en Acción denunciano che nella zona ci sono vere e proprie “bombe galleggianti”. La pratica del bunkering, cioè rifornire le navi al largo, fa che ci siano sempre più navi che occupano ampie zone della baia. «È un traffico eccessivo», tuonano gli ecologisti, oltretutto avviene in acque contestate. La questione è infatti anche geopolitica: Gibilterra utilizza e gestisce acque che la Spagna reclama come sue: gli ecologisti chiedono maggiore protezione in quelle acque per «le attività che mettono a rischio la baia e lo stretto».

Un altro tema spinoso, e che ricorda l’altra tragedia, quella della petroliera Prestige che affondò nel 2002 al largo delle coste galiziane, è dove è stata portata la nave per evitare che affondasse e per preservare i 24 membri dell’equipaggio: gli ecologisti sostengono che portarla nel porto di Gibiliterra sarebbe stato molto più sicuro. Intanto, sono stati evacuati tutti e 24 più i sei ispettori a bordo, e le operazioni nel porto di Gibilterra sono state sospese.