Europa

La Nato porta Consiglio all’Ue. Ma l’Ucraina non trova il fast track

La Nato porta Consiglio all’Ue. Ma l’Ucraina non trova il fast trackCharles Michel, Olaf Scholz, Jens Stoltenberg e Ursula von der Leyen ieri a Bruxelles – Ap

A Bruxelles la bandiera dell’Alleanza atlantica sventola di fianco a quella dell’Unione e dei 27 Paesi. Il presidente Charles Michel propone «un piano di lavoro» per l’allargamento a Est ma avverte: «L’Europa deve riformarsi». Stoltenberg preme per un’entrata veloce di Kiev ma non convince

Pubblicato più di un anno faEdizione del 30 giugno 2023

A pochi giorni dal tentativo di putsch di Prigozhin in Russia, al Consiglio europeo – ieri e oggi a Bruxelles – a pochi giorni dal vertice Nato di Vilnius dell’11 e 12 luglio, un’immagine dà il tono: nella sede Ue due bandiere della Nato sono state affiancate a quelle dell’Unione e dei 27 (malgrado Irlanda, Austria, Malta, Cipro siano neutrali). Il vertice si è aperto con un pranzo a cui era invitato il segretario dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, la cui carica sarà confermata per un anno di più: ha fatto pressione per un’entrata veloce dell’Ucraina sia nella Nato che nella Ue, «una partnership estremamente importante adesso». Il Consiglio resta prudente. L’analisi condivisa dei 27 e dei vertici Ue è che l’attacco dei mercenari di Wagner ha messo in evidenza un “crack” nel potere di Putin, fratture e debolezze. Ma «Putin indebolito è un pericolo più grande», ha subito messo in guardia il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, «una profonda frattura avrà delle conseguenze per noi». Anche se c’è l’idea che ormai il tempo che passa non sia più favorevole a Mosca.

LA PRESIDENTE della Commissione, Ursula von der Leyen, ha sottolineato «l’importanza di raddoppiare il sostegno all’Ucraina», sia per la capacità militare che per i finanziamenti. Sabato, Pedro Sanchez, sarà a Kiev da Zelensky (intervenuto ieri via video al Consiglio), per inaugurare la presidenza semestrale spagnola. In una lettera ai capi di Stato e di governo, il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha proposto «un piano di lavoro» per il previsto allargamento della Ue: ci sono 10 Paesi in coda, i Balcani occidentali che non devono essere delusi (c’è la Cina in agguato) nel vedersi sorpassati da Ucraina e Moldavia, che un anno fa hanno ottenuto con un fast track lo statuto di candidato (ma Kiev ha per ora superato solo 2 sulle 7 condizioni poste da Bruxelles, ci sarà un’analisi ad ottobre e una decisione a dicembre, ma il parlamento europeo vuole l’inizio del negoziato a fine anno).

MICHEL AVVERTE: la Ue «deve riformarsi» per accogliere l’Ucraina, un gigante agricolo con 42 milioni di abitanti (oggi 18 Paesi sono beneficiari del budget Ue, con l’entrata dell’Ucraina scenderanno a 4-5). Francia e Germania hanno avviato un gruppo di lavoro sulle riforme della Ue, la prossima settimana Emmanuel Macron è a Berlino in visita ufficiale. La Francia spinge ormai per assicurare «impegni sulla sicurezza» all’Ucraina nel lungo periodo. La Germania è più prudente: per Olaf Scholz è fuori questione far entrare Kiev nella Nato mentre c’è ancora la guerra (anche gli Usa sono su questa posizione, ma spingono per l’apertura della Ue a Kiev). Per Michel, la Ue deve «anticipare» e non svegliarsi all’ultimo momento per scoprire che «abbiamo un problema di assorbimento» di nuovi membri.

L’IMPEGNO FINANZIARIO della Ue per l’Ucraina è consistente: il 20 giugno la Commissione ha proposto un pacchetto di 50 miliardi entro il 2027, la scorsa settimana sono stati approvati 3,5 miliardi in più per la Facilità europea per la pace (con un budget che sale a 12 miliardi), che servono per fornire munizioni e formazione a Kiev e per restaurare gli stock nazionali di armi dei 27, ogni mese sono versato 1,5 miliardi.

I Paesi dell’est, limitrofi della Bielorussia, hanno espresso ieri forti preoccupazioni per la presenza dei mercenari di Wagner. Il presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, si chiede dove sia il «serial killer» Prigozhin e ha chiesto ai partner di preparare in fretta un 12esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia (l’11esimo è appena passato, non senza difficoltà). L’ungherese Orban frena e chiede di riconteggiare il budget pluriennale Ue. Discussione sull’utilizzazione dei fondi russi congelati (il grosso è a Bruxelles all’Euroclear Bank): la Ue studia le vie legali per utilizzare i profitti degli asset russi o attraverso una tassa, perché i contribuenti non capirebbero di dover pagare mentre i soldi di Mosca restano nei forzieri Ue.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento