La mossa di Podemos: mano tesa all’«indignazione moderata»
Spagna Presentato il programma anti-liberista in vista delle regionali del 24 maggio
Spagna Presentato il programma anti-liberista in vista delle regionali del 24 maggio
L’assalto al cielo – per usare uno slogan caro a Pablo Iglesias – comincia sul terreno scosceso delle regionali, che si terranno il prossimo 24 maggio. Il piano di battaglia, finalmente, è pronto: un programma articolato in 215 punti per «un nuovo progetto di Paese», come si legge sulla copertina del documento, redatto sotto la supervisione del cofondatore del partito Juan Carlos Monedero, assente alla presentazione dopo le dimissioni per divergenze strategiche con la direzione annunciate nei giorni scorsi.
Il programma – che sarà declinato in differenti varianti regionali – ha uno spiccato taglio sociale per «salvare la cittadinanza» dalla povertà dilagante e favorire un processo di inclusione sociale. «La nostra proposta – ha dichiarato Iglesias – non piacerà a tutti: sarà ben accolta dai disoccupati, dai giovani, dalle piccole e medie imprese e dai liberi professionisti; ma di certo non sarà applaudito da chi ha conti in Svizzera». Il pacchetto di 215 proposte è una infatti una dichiarazione di guerra alle politiche neoliberiste del governo, anche se alcuni degli angoli ideologicamente più spigolosi del discorso politico originale vi appaiono smussati. L’intenzione, probabilmente, è quella di dare un’immagine di maggior concretezza, strizzando contemporaneamente l’occhio all’elettorato più moderato per cercare di tamponare l’emorragia di voti verso Ciudadanos e attingere dal bacino del Psoe.
Molto annacquata, ad esempio, la proposta sul reddito minimo universale contenuta nel programma delle europee, diventata «un adeguamento progressivo» del già esistente assegno sociale al minimo salariale previsto per legge (645 euro). Anche la moratoria per gli sfratti sulle prime case si è ridotta a una «revisione del debito pattata tra banche e proprietari», restando comunque una delle misure di maggior impatto sociale del programma. La proposta punta infatti all’introduzione della dación en pago, ovvero dell’estinzione del mutuo alla cessione l’immobile alla banca. Un paletto che spezzerebbe la catena del debito infinito che durante la crisi ha ridotto molte famiglie a un’irredimibile condizione di esclusione sociale.
Sul piano fiscale sono previsti interventi di redistribuzione che ridurrebbero la pressione fiscale nella fascia fino a 50mila euro, aumentandola per i redditi al di sopra di questa cifra. Ma uno dei punti più originali del piano di lotta alla povertà riguarda il settore dell’energia. Le compagnie non potranno staccare luce, gas e acqua «se il mancato pagamento è determinato da motivi estranei alla volontà della persona». Iglesias ha parlato della possibilità che le regioni istituiscano delle entità proprie per la distribuzione dell’energia, rivendicando il «carattere pubblico di servizi essenziali come quelli energetici».
Trasparenza e lotta alla corruzione costituiscono un altro pilastro del programma: pubblicazione dei dati patrimoniali dei politici e delle spese mensili sostenute nell’esercizio del mandato; una legge che impedisca l’osmosi tra grandi aziende e mondo politico e creazione di organismi regionali anticorruzione, per citare le misure più importanti. Proposte di facile attuazione e di grande impatto, soprattutto nel clima di esasperazione che la corruzione ha creato nel Paese.
Podemos sa che quello della legalità è un terreno fertile in termini di voti, mediaticamente efficace e capace di creare un consenso trasversale. Ma il pulpito del discorso anti-casta, fino a poco fa d’uso esclusivo di Iglesias è stato occupato anche da Ciudadanos, un partito di centro destra – passato in pochi mesi dall’anonimato al centro dello scenario politico (intorno al 18%, secondo i sondaggi)- capace di raccogliere l’indignazione moderata. Un exploit che costringe Podemos a una lotta a distanza per l’egemonia anti-corruzione, che potrebbe spostare voti decisivi per gli assetti politici regionali post-voto.
Poche sorprese su sanità e scuola, due settori in cui la macelleria sociale del Pp è stata particolarmente sanguinaria. Sull’educazione, l’obiettivo è revocare la riforma del Pp, eliminando gli sgravi fiscali per le rette della scuola privata e istituendo una rete di asili gratuiti per i bambini fino a tre anni. In ambito sanitario, l’aborto – ossessione oscurantista del governo – sarà garantito e gratuito. Si incentiverà il «ritorno al sistema sanitario pubblico» e verranno revocate le esternalizzazioni dei servizi ospedalieri.
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