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La mano degli emiri sulla Premier League ma i tifosi del Manchester si ribellano

La mano degli emiri sulla Premier League ma i tifosi del Manchester si ribellanoUn’azione da Manchester-Everton – foto Ansa

Calcio L'offerta da sei miliardi di dollari è ancora in piedi: lo sceicco Al Thani vuole il club inglese. Un vortice di denaro ma anche un fenomeno pericoloso

Pubblicato più di un anno faEdizione del 23 febbraio 2023

L’offerta da sei miliardi di dollari è ancora in piedi, è «reale» in tutti i sensi. Lo sceicco Al Thani vuole per il suo parco-giochi anche il Manchester United, di proprietà della famiglia Glazer, dopo aver investito oltre un miliardo di euro in dieci anni al Paris Saint Germain. Soprattutto, è la famiglia reale qatariota che vuole allungare le mani su uno degli asset sportivi più famosi e conosciuti al mondo, il Manchester United appunto, facendo il suo ingresso trionfale nel campionato inglese.
Si tratta di un affare che, se andasse in porto, andrebbe ad allargare la presenza di colossi finanziari del Golfo Persico che si spacciano per investitori privati, mentre in realtà sono solo il ponte con le famiglie reali dei rispettivi paesi. È accaduto anche al Newcastle, finito a bin Salman, il principe ereditario della famiglia reale saudita, per una cifra minore (380 milioni di euro) rispetto a quanto offerto da Al Thani per il Manchester United. Anche in quel caso è stato sottolineato dalla stampa britannica che Salman rappresentasse il Fondo Sovrano Saudita, noto come Pif. Quindi la casa reale saudita.

SIA CON I REALI sauditi sia con i qatarioti – rappresentati da Al Thani – in Inghilterra si è eretto lo scoglio sulla ridotta considerazione dei diritti umani. È avvenuto anche in occasione dei recenti Mondiali in Qatar: l’attenzione sui migranti morti sui cantieri e sui pericoli per la comunità gay è stata posta da inchieste di The Guardian e dall’impegno di associazioni umanitarie (Amnesty International, Fair Square).
Alcuni gruppi di tifosi legati alla comunità Lgbt del Manchester United si sono schierati contro l’arrivo di Al Thani. Ma anche in questo caso, come al Newcastle e come accaduto al Psg, i tifosi dei Red Devils cederanno all’arrivo dei fondi qatarioti. L’ostacolo dei diritti umani violati sistematicamente nei paesi del Golfo Persico sarà superato dai fatti, ovvero dai miliardi investiti per potenziare i club e portarli al vertice, specie per un club leggendario come il Manchester United, che non vince la Premier League dall’addio di Sir Alex Ferguson ed è marginale nelle coppe europee (ultimo successo con Josè Mourinho, Europa League 2017).

Alcuni gruppi di tifosi legati alla comunità Lgbt del Manchester United si sono schierati contro l’arrivo di Al Thani. Ma anche in questo caso, come al Newcastle e come accaduto al Psg, i tifosi dei Red Devils cederanno all’arrivo dei fondi qatarioti.

D’ALTRONDE, riflessione del Manchester Evening News (quotidiano assai vicino al Manchester United), le famiglie reali del Golfo Persico hanno le risorse per ottenere sempre risultati, le squadre acquistate poi investono cifre folli sul mercato, portando a casa i migliori calciatori e alimentando la bolla finanziaria che sta avvolgendo la Premier League. Un fenomeno pericoloso con potenziale effetto a catena sul calcio europeo. L’offerta per lo United supera anche quella dell’americano Todd Boehly (intorno ai cinque miliardi di euro) che si è «regalato» il Chelsea, prima di spendere 300 milioni di euro sul mercato in sei mesi.
Una società di Premier League di medio-alto livello vale quanto una franchigia Nba. Ma il sistema americano garantisce gli investimenti dei proprietari, in Premier non si intravede un paracadute.

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