La madre di Navalny: «Putin, ridammi il suo corpo»
Russia È un’anziana madonna che reclama il corpo del figlio, Ludmyla Navalnaya. Il video mostra la madre di Alexey Navalny vestita di nero, il letale carcere «Lupo artico» imbiancato dal gelo […]
Russia È un’anziana madonna che reclama il corpo del figlio, Ludmyla Navalnaya. Il video mostra la madre di Alexey Navalny vestita di nero, il letale carcere «Lupo artico» imbiancato dal gelo […]
È un’anziana madonna che reclama il corpo del figlio, Ludmyla Navalnaya. Il video mostra la madre di Alexey Navalny vestita di nero, il letale carcere «Lupo artico» imbiancato dal gelo sullo sfondo: «Da cinque giorni sono qui e non riesco a vederlo, il suo corpo non mi è stato consegnato. Mi rivolgo a lei, Vladimir Putin, mi permetta finalmente di vedere mio figlio, consegnatemi subito il suo corpo perché possa seppellirlo dignitosamente». E magari analizzarlo in cerca di tracce che possano spiegare di cosa è morto il principale oppositore di Putin in Russia. Perché chi l’ha ucciso è chiarissimo, ma il come resta per ora un mistero, che la spiegazione russa (“sindrome da morte improvvisa”) non prova neanche a risolvere.
Il video di Ludmyla Navalnaya appare in un post nel profilo di Yulia Navalnaya su X, un profilo che la piattaforma social di Elon Musk ieri ha spento improvvisamente per “violazione delle regole” e riattivato dopo qualche ora con fumose spiegazioni che davano la colpa all’algoritmo anti-spam. Quando il profilo della vedova Navalny è tornato visibile, il primo post era il video di Ludmyla. Mentre la compagna del dissidente attaccava il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov che aveva definito «rozze e infondate» le sue accuse: «Non mi interessa cosa dice l’addetto stampa dell’assassino: restituite il corpo di Alexey, non impedite alla gente di salutarlo». La madre e la vedova non sono le sole Navalny nel mirino: la Tass ha fatto sapere che nella lista dei ricercati dalle autorità russe c’è ora il fratello Oleg, contro cui è stato aperto un nuovo procedimento penale.
La Casa Bianca ieri ha promesso «sanzioni rilevanti» contro la Russia per la morte di Navalny: quali, sarà annunciato venerdì a Washington. Ma è una cosa già vista, nel 2021 il presidente Biden aveva minacciato «sanzioni devastanti» se a Navalny fosse successo qualcosa mentre era in prigione, e non è servito molto. Portogallo, Francia, Slovenia e Polonia hanno convocato i rispettivi ambasciatori russi per chiedere spiegazioni e ammonire. Ma un altro avversario di Putin, lo scacchista ed esule Garry Kasparov, attacca l’ignavia dell’Occidente sul caso Navalny: «Tante chiacchiere, nessuna azione: Biden, il tedesco Olaf Scholz e gli altri dovrebbero tenere il suo nome lontano dalle loro lingue biforcute», ha scritto ieri sul Wall Street Journal.
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