La lotta per la casa in Italia è parte del più ampio movimento di emancipazione politica delle classi popolari che ha attraversato l’intera storia repubblicana. Roma ha costituito e continua a rappresentare un contesto privilegiato di questo tipo di lotta, che, sebbene sia stato fortissimo soprattutto tra gli anni ’60 e ’80, ha continuato a mantenere alti livelli di conflitto e conquiste anche negli ultimi due decenni.

CERTO, LA COMPOSIZIONE sociale di questa lotta è cambiata nel corso del tempo, così come sono mutate, almeno in parte, le modalità del conflitto e i suoi orizzonti di successo. Negli ultimi venti anni, la popolazione immigrata è diventata sempre più protagonista del movimento per la casa, mentre si è rarefatta la possibilità di ottenere l’accesso a un’abitazione popolare: è accaduto a causa della fine delle politiche pubbliche per la casa in corso dagli anni ’90, concomitante con l’aumento della popolazione straniera, che è stata lasciata completamente sola di fronte ai vincoli – e alla violenza strutturale – del mercato.

CON QUESTA REALTÀ e  quadro istituzionale si sono confrontati i gruppi di militanti e attivisti politici che hanno contribuito alla fase più recente del movimento per la casa in Italia. La rete «Abitare nella crisi» ne è stata un interprete collettivo, coordinando diversi gruppi, tra cui i Blocchi Precari Metropolitani. Questi ultimi sono stati tra i protagonisti delle occupazioni abitative in corso nella città di Roma nell’ultimo decennio, tra cui quella al centro della pubblicazione di Osvaldo Costantini Riprendersi la vita. Etnografia dell’Hotel Quattrostelle occupato tra bisogno e socialità (ombre corte, pp. 160, euro14).

L’ANTROPOLOGO Costantini descrive e riflette dall’interno della vita quotidiana dell’occupazione sui limiti, i punti di forza, i livelli e le modalità di organizzazione, i conflitti e le contraddizioni, le forme di mediazione interna e verso l’esterno che la caratterizzano: in questo modo, attraverso la ricerca condotta da uno studioso divenuto membro dei Blocchi Precari Metropolitani, le stesse persone occupanti acquisiscono un carattere pieno, articolato, profondo, denso di significati – ricco di vita, in sintesi – liberandole dalle immagini folkloristiche, dalle dicerie e dalle vere e proprie bugie che sono facilmente diffuse da parte della stampa e mondo politico sulle occupazioni abitative e su chi le vive e alimenta.

È PROPRIO A QUESTA DENSITÀ di vita che il libro di Osvaldo Costantini si dedica. Il testo non fa un elogio acritico dell’occupazione su cui si concentra. Si sofferma anche sui suoi aspetti difficili e su quelli che ne mettono in tensione la convivenza interna: il Quattrostelle occupato non è una realtà semplice o pacificata e con questo suo carattere devono confrontarsi tanto gli abitanti quanto gli attivisti. Al tempo stesso, si riconosce il carattere politico dell’esperienza, espressione di una forma di difesa agita da alcuni settori delle classi popolari alla ricerca di dignità oltre che della difesa del loro reddito e potere di acquisto.

NON CI SONO FUGHE romantiche in queste parole, così come non ce ne sono nel libro. La ricerca condotta non è superficiale e sceglie, invece, di scendere nel profondo di un’esperienza complessa eppure necessaria: l’esperienza di costituire una forza collettiva per fare fronte alla debolezza individuale, di mettersi insieme ad altre persone con condizioni materiali simili per ambire a costruire un presente e un futuro liberi dalla paura.
Una sfida non facile, così come la ricerca condotta: utile, però, per capire davvero che cosa accade in un’occupazione abitativa e tutto ciò possa contribuire a rilanciare anche in Italia un movimento per la giustizia sociale che sfidi i rapporti di forza vigenti.