Nella black list dell’Antimafia per violazione del codice di autoregolamentazione sono finiti in sette, esponenti di FdI, Forza Italia, Pd e Stati Uniti d’Europa. Sono gli «impresentabili», perché hanno procedimenti penali in corso o condanne patteggiate. Lo screening della commissione, guidata da Chiara Colosimo, non ferma la loro corsa verso Bruxelles. Ma è un alert, con una valenza etica. E un impatto politico non proprio di poco conto. Tra i sette ci sono due pezzi grossi della politica siciliana: Marco Falcone e Giuseppe Milazzo, entrambi candidati nella circoscrizione Isole

Falcone è assessore all’economia nella giunta di Renato Schifani, fa parte dei fedelissimi di Maurizio Gasparri e con la candidatura si sta giocando una partita nella partita – tutta interna agli azzurri – con il «rivale» Edy Tamajo (forzista anche lui nella giunta Schifani, delega attività produttive): la leadership del partito nell’Isola. E’ stato rinviato a giudizio un anno fa a Palermo per induzione indebita a dare e promettere utilità mentre a Catania, tre anni fa, per tentata concussione.

Su Milazzo, eurodeputato uscente, punta forte l’area La Russa; a testimoniare il suo peso all’interno di FdI è il selfie di due giorni fa che lo ritrae con Giorgia Meloni alla fine della cerimonia per la firma del Fsc nel teatro Massimo, a Palermo. Il procedimento a suo carico, per tentata concussione, è lo stesso che coinvolge Falcone a Palermo. Milazzo era finito nel ciclone appena 24 ore prima: tra i suoi collaboratori a Bruxelles figura l’ex assessore comunale ai servizi sociali del Comune di Paternò (Catania), Carmelo Frisenna, condannato nel 2010 a 5 anni di carcere per mafia, dopo l’arresto nel 2008 nell’inchiesta denominata ‘Padrini’.

Antonio Mazzeo è invece nella lista del Pd, circoscrizione centrale: nel settembre 2022 il gup di Roma lo ha rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta. «Non capisco come si possa bollare come ‘impresentabile’ a 10 giorni dal voto una persona che mai ha avuto una condanna, mai ha avuto a che fare con certi ambienti e che è sempre stato e sempre sarà dalla parte della legalità e della correttezza», ha protestato Mazzeo spiegando che il rinvio a giudizio è legato alle vicende de L’Unità del quale è stato nel cda per 6 mesi.

Angelo Antonio D’Agostino (Forza Italia Noi Moderati Ppe circoscrizione meridionale) è a giudizio a Roma per corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio; per Alberico Gambino (FdI, circoscrizione meridionale) il Tgribunale di Nocera Inferiore aveva chiesto la sua decadenza da sindaco di Pagani (Salerno) dopo lo scioglimento del consiglio comunale; Filomena Greco (Stati Uniti di Europa, circoscrizione meridionale) è stata rinviata a giudizio dal Tribunale di Castrovillari lo scorso gennaio per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente; Luigi Grillo (Forza Italia Noi Moderati Ppe, circoscrizione nord-ovest) è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione a Milano, pena patteggiata per associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, e altro. «Non ho nessun conto in sospeso con la giustizia e nessun processo in corso. Non si comprende dunque – dice Grillo – perché dovrei essere accusato di aver violato il codice di autoregolamentazione».