La lezione di Valencia ci riguarda
Ciclostile Ci sono mille motivi per avere in orrore le destre e le loro azioni politiche in caso prendano il potere ma una su tutte adesso ha preso il sopravvento, dopo […]
Ciclostile Ci sono mille motivi per avere in orrore le destre e le loro azioni politiche in caso prendano il potere ma una su tutte adesso ha preso il sopravvento, dopo […]
Ci sono mille motivi per avere in orrore le destre e le loro azioni politiche in caso prendano il potere ma una su tutte adesso ha preso il sopravvento, dopo l’apocalisse che si è abbattuta su Valencia: una destra al governo potrebbe portare alla morte. Quello che è accaduto in Spagna è il risultato diretto del negazionismo climatico proprio dei cosiddetti moderati, che io considero i veri estremisti, accoppiati ai fascisti di Vox con il loro portato di doping tossico che amplifica le conseguenze letali di azioni dissennate.
Ne ha parlato per primo Giuseppe Grezzi, ex assessore valenciano nato in Italia e principale autore della trasformazione di Valencia in città ciclabile e pedonale. Conosco e apprezzo Grezzi da molti anni per la sua visione moderna di cosa debba essere una città e per le sue capacità, insieme ai suoi compagni di Compromis, di sobbarcarsi una mole enorme di lavoro per convincere i valenciani che una città zeppa di auto fa male a tutti. Ci è riuscito ed è stato al governo cittadino per due mandati, poi Compromis e alleati del Psoe e Podemos hanno perso contro il Partito Popolare. Il loro primo atto, ha raccontato Grezzi, è stato quello di «eliminare in pompa magna l’Unidad Valenciana de Emergencia, l’unità di crisi che avevamo costituito noi proprio per queste situazioni».
La destra ha preferito investire 17 milioni di euro nelle corride. Non contenti, hanno anche smantellato l’Agenzia valenciana per il cambiamento climatico, hanno tagliato le tasse ai più abbienti perdendo 495 milioni di introiti salvo poi chiedere una raccolta di fondi ai cittadini per fronteggiare la catastrofe. Io questo lo chiamo essere nemici dell’«umanità, volenterosi carnefici degli amministrati, in definitiva degli assassini potenziali con l’aggravante dell’ignoranza. Nel nostro piccolo temiamo fortemente che da quella fanghiglia mentale poi tradotta in conseguenze letali prenda davvero corpo il nuovo Codice della Strada testardamente voluto da Salvini e composto da pareri che sono tutti in senso contrario al riequilibrio delle modalità di trasporto, annullando le conquiste per la mobilità attiva, deprimendo scelte di riassetto urbanistico in tal senso e ridando tutta la strada alle automobili private.
Si tratta di politiche disegnate per favorire la propria parte proprio in un ambito – quello stradale – che per eccellenza appartiene a tutti e ciascuno, nessuno escluso: totalmente e inderogabilmente orizzontale e popolare. Ma da Valencia veniamo anche a sapere che il governatore, Mazon, pur negando l’allarme ha mandato a casa i dipendenti della Diputacion Valencia sei ore prima del disastro. Lo sapeva e ha taciuto ma ha favorito la sua gente. Questo è un tratto comune a ogni destra ed è l’ennesima prova che quando si tratta di bene comune bisogna fare di tutto per impedire di dare potere alle destre. Da noi, invece di mettere a punto un piano preciso e coerente per bloccare le destre, le opposizioni litigano sulla scelta tra ballare il minuetto o la quadriglia, e si accapigliano sulla sala da affittare per danzare. Noi, qui a terra, restiamo in pericolo di morte.
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