«La guerra lascerà un colossale conto economico, a farne le spese sarà il clima»
Nina Scheer
Europa

«La guerra lascerà un colossale conto economico, a farne le spese sarà il clima»

Verso le europee/Germania Intervista alla deputata Spd Nina Scheer: «Se Israele non rispetta il diritto internazionale allora non dobbiamo fornire più armi»
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 6 giugno 2024

Il nuovo virus della guerra e il vecchio anticorpo del pacifismo della Spd; le oceaniche manifestazioni antifasciste e il boom di Afd; l’indiscutibile totem di Israele e il governo Nethanyahu e, soprattutto, la svolta ecologica mai così a rischio dopo il dirottamento sulle armi dei fondi per l’ambiente che resta «la sfida più urgente».
Nina Scheer, classe 1971, berlinese, deputata della Spd da tre legislature, è una singolare voce fuori dal coro dei socialdemocratici in generale accordati sulla della difesa senza se e ma dei valori dell’Occidente. Figlia di Hermann Scheer, il celebre “Avvocato del Sole” che portò l’energia Verde in Europa, fa parte della Commissione dei valori di base della Spd ed è la portavoce del partito per Clima ed Energia.

Il ministro della Difesa, Boris Pistorius, immagina di introdurre la leva militare semi-obbligatoria, il cancelliere Scholz però finora ha sempre escluso l’opzione. Nella Spd ci sono due correnti di pensiero o è lo stesso gioco delle parti?
Al di là delle correnti di pensiero quando si affrontano questioni di così ampia portata bisogna considerare il contesto generale e prendere le decisioni giuste al momento giusto. La Bundeswehr sta ancora affrontando le pesantissime conseguenze dei tagli nell’ultimo decennio. I cambiamenti in corso, per esempio migliorare l’equipaggiamento, devono rimanere al centro dell’attenzione.

In tutta Europa i fondi destinati alla svolta ecologica vengono dirottati all’economia di guerra. Per Rheinmetall affari d’oro assicurati, ma i tedeschi saranno più sicuri?
La comunità internazionale ha la responsabilità di garantire che la distribuzione del potere, molto diseguale, resti equilibrata. Per questo esiste l’Onu. L’azione armata deve essere sempre l’ultima risorsa e solo per difesa. Se le guerre continuano il bisogno di armi porterà alla corsa generale al riarmo con problemi per la sicurezza globale e un colossale conto economico proprio ora che il mondo dovrebbe affrontare l’enorme sfida della lotta al cambiamento climatico con l’urgenza di accelerare la transizione verso le rinnovabili. Abbiamo bisogno di investimenti significativamente maggiori per trasformare le infrastrutture in sostenibili. Oggi sappiamo che le guerre in Iraq e Afghanistan sono stati conflitti per il petrolio e le risorse fossili.

Milioni di tedeschi in piazza in difesa di Antifascismo ma enorme sostegno elettorale a Afd. Un paradosso?
Forse la semplificazione è eccessiva. Un processo di sensibilizzazione richiede tempo, bisognerebbe chiedersi quale sarebbe il trend senza il noto scandalo mediatico (sulla riunione per la “deportazione degli stranieri” dell’ultra destra, ndr). Afd cala nei sondaggi ma la lotta all’estremismo di destra non può essere lasciata a uno scoop giornalistico. Per esempio dobbiamo continuare a denunciare pubblicamente il razzismo del leader di Afd in Turingia, Björn Höcke. E molti agricoltori non sanno che Afd vuole abolire tutti i sussidi: si dichiara il partito dei contadini ma il programma politico dice il contrario.

Scholz si preoccupa per la «catastrofe umanitaria a Gaza» ma la Germania continua a rifornire di armi Israele. Realpolitik o Ragione di Stato?
La relazione con Israele non può mai essere vista storicamente solo in funzione di un evento attuale. La Germania ha una responsabilità permanente per l’assassinio di oltre sei milioni di ebrei: significa anche riconoscere la sicurezza e l’esistenza di Israele come ragione di Stato. Non va però confuso con l’approvazione delle azioni del governo israeliano: la Spd è per la soluzione dei due Stati e la protezione dei civili. La politica degli insediamenti illegali di Israele è parte del conflitto e anche terreno fertile per la violenza, però ricordarlo non deve portare a banalizzare l’attacco terroristico di Hamas che si deve condannare con fermezza.
Tuttavia il modo migliore per difendere Israele resta il rispetto del diritto internazionale: i civili palestinesi devono essere protetti e non lasciati indifesi nell’operazione di Israele contro Hamas e per liberare degli ostaggi. Di per sé un’azione del genere rappresenta già una violazione del diritto internazionale, insieme alla sofferenza di decine di migliaia di persone che provoca ferite psicologiche che rischiano di creare nuovo terrorismo. Gli Stati di diritto hanno la responsabilità di prevenire le conseguenze prevedibili. Se Israele non intende rispettare il diritto proteggendo i civili allora la Germania non deve fornire più armi.

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