Dieci anni di galera per un paio di scatti. Si potrebbe riassumere così la vicenda del regista giapponese Toru Kubota, condannato mercoledì in Myanmar per «aver incoraggiato il dissenso contro i militari e aver violato una legge sulle comunicazioni elettroniche», come ha detto ieri una fonte diplomatica nipponica all’Afp.

Accusato di un reato d’opinione, Kubota rischia una nuova condanna per aver violato anche la legge sull’immigrazione. La prossima udienza per questo capo d’accusa dovrebbe tenersi tra una settimana.

KUBOTA, 26 anni, è stato arrestato durante a una manifestazione anti-giunta a Yangon a luglio insieme a due cittadini birmani. La condanna a un filmmaker e documentarista che aveva già lavorato a dossier sensibili in Myanmar, come il suo primo lavoro dedicato alla minoranza musulmana Rohingya, è la quinta a colpire giornalisti o fotografi.

Prima di lui sono stati arrestati i cittadini statunitensi Nathan Maung e Danny Fenster, il polacco Robert Bociaga e il giapponese Yuki Kitazumi, tutti successivamente liberati e deportati.

La giunta militare ha appena fatto condannare anche un cittadino australiano Sean Turnell, economista già consigliere economico del Governo della Lega nazionale per la democrazia (Nld), arrestato dalla giunta 5 giorni dopo il golpe del 1 febbraio 2021: deve scontare tre anni.

I MILITARI BIRMANI non hanno gradito le prese di posizione australiane e giapponesi contro i golpisti e dunque il pugno sembra essere diventato più duro.

Tokyo è tra i principali donatori del Myanmar e ha una relazione di lunga data con l’esercito del Paese, ma in settembre il ministero della Difesa giapponese ha dichiarato che interromperà un programma di addestramento per i militari birmani dal prossimo anno a causa delle esecuzioni di attivisti pro-democrazia da parte della giunta.

In luglio sono stati giustiziati quattro oppositori, accusati di atti terroristici: Kyaw Min Yu (detto Ko Jimmy), Ko Phyo Zeya Thaw, Hla Myo Aung e Aung Thura Zaw. La giunta aveva promesso nuove elezioni nel 2023 ma sta già cambiando idea e intende posporle a data da destinarsi.