Il Cannabis act della Germania diventa finalmente legge. Dopo due anni di annunci sul via libera imminente, la fine dell’estenuante trattativa con i proibizionisti di Bruxelles per armonizzare la norma tedesca con il diritto Ue, e l’inappellabile decisione del Consiglio federale di stoppare gli ultimi tentativi di annacquare tutto da parte dei Land a guida Cdu-Csu, il Bundestag ha approvato la norma che sdogana l’utilizzo creativo della marijuana. Ora manca solo il Sì del Bundesrat, ultimo formale ostacolo prima dell’entrata in vigore definitiva.

Secondo il provvedimento dal prossimo 1 aprile a tutti i maggiorenni sarà consentito il possesso domestico fino a 50 grammi di cannabis – con il limite di trasporto di massimo 25 nei luoghi pubblici – e la coltivazione casalinga di tre piante per uso personale. Come previsto nella bozza iniziale della legge la vendita delle canne sarà regolata dal prezzo politico e strettamente limitata agli iscritti ai “cannabis club”, unici distributori ammessi a cui sarà vietato farsi pubblicità (Berlino vuole evitare il “modello Amsterdam”) così come la vicinanza fisica alle scuole.

Tutt’altro che pronto l’impianto per attuare la liberalizzazione: gli iter di autorizzazione per i vari passaggi della filiera della cannabis potranno partire solo dopo il voto della Camera Alta. Ma il rovesciamento del vecchio paradigma sullo spinello è già stato demolito, sotto tutti i punti i vista: da anticamera con sbocco obbligato sulle droghe pesanti a sostanza naturale da utilizzare per il relax o l’ispirazione artistica; da gallina dalle uova d’oro per le narco-mafie che controllano il mercato nero ad attività regolata dallo Stato fin nella tassazione.

Senza contare gli effetti sulla salute per gli oltre 4 milioni di attuali consumatori in Germania; precisamente per evitare i gravi danni creati dallo smercio di prodotti di scarsa qualità, il ministro Spd della Sanità, Karl Lauterbach, da medico, ha spinto per la piena legalizzazione.

Sintomaticamente conclusa appena in tempo per le elezioni europee, come sottolineano nel governo Scholz i tre partiti che hanno cambiato idea su tutto ma possono vantare di avere mantenuto almeno questa promessa elettorale.