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La garante Garlatti: «La presunzione di minore età va tutelata»

La garante Garlatti: «La presunzione di minore età va tutelata»Un ragazzo sbarca dalla Sea Watch (foto d'archivio, marzo 2021) – Selene Magnolia

Illegittima Difesa Il report della Garante nazionale infanzia e adolescenza Carla Garlatti: in Italia 21mila migranti under 18 senza genitori

Pubblicato circa un anno faEdizione del 21 settembre 2023

«A ogni ragazzo devono essere assicurati tre diritti: la presunzione di minore età, la collocazione in una struttura riservata esclusivamente ai minori e un tutore volontario», dichiara la garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti. E lo fa proprio alla vigilia del provvedimento che il governo ha annunciato per la prossima settimana allo scopo di intervenire sul presunto problema dei “falsi migranti under 18”.

In queste settimane esponenti della maggioranza hanno più volte attaccato la legge Zampa che dal 2017 tutela la presunzione di minore età, in accordo con il diritto internazionale, e ne disciplina la procedura di accertamento attraverso analisi polispecialistiche. Metodo che però non piace a Meloni & co. perché, sostengono, permetterebbe di imbrogliare facendo passare per minore alcune persone con più di 18 anni.

Ieri l’autorità garante ha comunicato che i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia sono oltre 21mila. «Non c’è più tempo da attendere per completare l’attuazione della legge 47/2017. Il sistema di prima accoglienza deve essere realizzato in maniera strutturale e non più come risposta alle emergenze che di volta in volta si presentano», dice Garlatti che ieri ha presentato un report scritto a valle di un ciclo di visite nei progetti del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) dei comuni di Amelia (Terni), Aradeo (Lecce), Bologna, Cremona, Pescara e Rieti.

Dallo studio e dalle voci dei ragazzi incontrati vengono fuori le esigenze più diffuse di questa componente della popolazione migrante: velocizzare le procedure amministrative per ottenere il permesso di soggiorno; evitare attese che fanno crescere timori e frustrazioni; uniformare le prassi a livello nazionale; garantire la presenza di un mediatore culturale in ogni passaggio; nominare tempestivamente i tutori; creare occasioni di socializzazione e aggregazione con il resto della comunità.

«Ho incontrato giovani che sognano di lavorare e di farsi una famiglia nel nostro Paese, ma che non smettono di chiamare casa. Perché, come hanno confessato, sentono la mancanza della madre», ha detto ancora Garlatti. Che ha ribadito l’importanza dell’istituto dell’affidamento familiare per supportare questi ragazzi nel loro difficile percorso di inserimento.

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