La fronda dei sindaci contro il Viminale: «Porti aperti subito»
Aquarius Da Napoli a Palermo fino alle città senza mare. Ma dal 1994 i comuni non hanno competenze sugli scali. Anche nella Torino 5S si protesta per la chiusura. Solidarietà dai governatori dem
Aquarius Da Napoli a Palermo fino alle città senza mare. Ma dal 1994 i comuni non hanno competenze sugli scali. Anche nella Torino 5S si protesta per la chiusura. Solidarietà dai governatori dem
La chiusura dei porti all’Aquarius, imposta dal Viminale, ha provocato le proteste di molte amministrazioni comunali. A cominciare dal sindaco partenopeo, Luigi de Magistris: «Napoli è pronta ad accoglierle i 629 migranti. L’eventuale attracco di Aquarius in Spagna non è una vittoria di Salvini ma una vergognosa sconfitta dell’Italia. Al presidente della Camera Roberto Fico dico di battere un colpo».
Domenica è intervenuto anche il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio De Caro: «Dobbiamo cambiare la politica europea sull’accoglienza, ma non possiamo usare queste persone disperate come ostaggi». Seguito ieri dal collega di Taranto, Rinaldo Melucci: «Dopo la riforma del sistema portuale del ’94, i sindaci non hanno più alcuna competenza diretta sugli scali. D’altronde in mare vigono leggi e consuetudini che non si possono cancellare con una circolare».
No alla chiusura dei porti anche dai due sindaci che hanno accolto gli unici sbarchi autorizzati da Salvini. «Il nostro cuore è grande – ha commentato Giuseppe Falcomatà che guida Reggio Calabria –, più grande di chi vuole speculare senza un briciolo di umanità». Più diplomatico il collega siciliano di Pozzallo, Roberto Ammatuna: «Salvini ha voluto sollevare un problema che esiste ma l’ha fatto in maniera sbagliata».
La collega 5S di Augusta, Cettina Di Pietro, si è dichiarata pronta ad accogliere l’Ong ma, ha precisato, «i comuni sono stati lasciati soli». Contro la linea dura di Salvini anche Crotone e Lampedusa.
Da Palermo Leoluca Orlando attacca: «A violare la legge internazionale, quella che impone come priorità il salvataggio delle vite umane, è il ministro dell’Interno italiano che ha dato ulteriore dimostrazione della natura culturale dell’estrema destra leghista». Risalendo la penisola, si fa sentire anche il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale: «Di sicuro avrei accolto l’Aquarius. La Costituzione, con l’articolo 10, prevale sui ministri dell’Interno».
Solidarieta ai colleghi dai sindaci dei comuni che non affacciano sul mare, a cominciare da Milano con Giuseppe Sala: «Penso che facciano bene. È il tema più politico che esista e anche il tema più deviato da una politica alla ricerca di consensi».
Persino nella Torino 5S c’è chi si dissocia dal governo: «Ci piace sempre immaginare come sarebbe Torino con il mare. Se c’è il mare c’è un porto e sono convinto che stasera sarebbe aperto – scriveva ieri su Facebook l’assessore ai Diritti, Marco Giusta – La politica dell’immigrazione è da rivedere, tutta, ma non si può fare sulla pelle delle persone».
L’ex 5S Federico Pizzarotti da Parma attacca il leader leghista e l’Ue: «Salvini gioca a braccio di ferro con Malta sulla pelle di oltre 600 vite umane. Condanniamo con altrettanta fermezza l’assenza dell’Europa, che si è dimostrata lontana e debole».
Sono intervenuti anche i governatori dem. Il campano Vincenzo De Luca, che pure ha simpatia per la linea dura dei leghisti in tema di sicurezza, ammette: «Il problema umanitario deve essere risolto prima di ogni altra cosa».
Il presidente sardo Francesco Pigliaru puntualizza: «Se il governo ha deciso di cambiare le regole del gioco prima dovrebbe annunciarlo. E non farlo nel momento in cui c’è una nave in giro per il Mediterraneo». E il collega pugliese Michele Emiliano: «La condotta di Salvini sta rasentando l’illegittimità. Il nostro modello di accoglienza non è basato sul considerare gli esseri umani come un motivo di controversia con le altre nazioni».
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