La Francia ha sollecitato la collaborazione delle autorità di Damasco per espellere due migranti in Siria, malgrado la rottura dei rapporti diplomatici che dura fin dal 2012 e lo stato di guerra che vige nel paese arabo, hanno rivelato in questi giorni Amnesty International e due Ong francesi.
Due migranti siriani in Francia, detenuti in due centri di detenzione differenti dallo scorso ottobre, hanno rischiato di essere rinviati in Siria su iniziativa di due prefetture distinte, quella di Tolosa e quella di Parigi, che hanno fatto del loro meglio per espellere verso un paese in guerra due richiedenti asilo. Una violazione delle convenzioni internazionali ed europee eseguita «in piena cognizione di causa», secondo Amnesty International, La Cimade e Revivre.

Le prefetture in questione avevano rinchiuso i due migranti nei Centres de rétention administrative (Cra, l’equivalente francese dei Cpr italiani) di Tolosa e Parigi, in attesa di poterli espellere verso la Siria, nonostante il divieto «assoluto di rinviare una persona verso un paese nel quale rischia di subire torture o persecuzioni», ha scritto l’antenna francese di Amnesty.

In particolare, le due prefetture hanno preso contatto con l’ambasciata siriana in Francia, nonostante le relazioni siano state interrotte un anno dopo lo scoppio della guerra civile nel 2011. Come appare dal dossier che le Ong hanno potuto consultare, sono le stesse prefetture ad aver sollecitato la collaborazione della rappresentanza diplomatica di Damasco per ottenere un lasciapassare ed eseguire l’espulsione dei due richiedenti asilo.

«In entrambi i casi, l’ambasciata siriana ha risposto che in assenza di un documento d’identità valido, non si poteva rilasciare alcun lasciapassare. È quindi il rifiuto dell’ambasciata che ha impedito l’espulsione sollecitata dalle autorità francesi», si legge nel comunicato delle Ong. «Non avevamo mai visto niente del genere negli ultimi anni» ha detto Manon Fillonneau, responsabile di Amnesty International all’Afp. «Pur di eseguire fogli di via ed espulsioni, le autorità hanno scelto di contraddire le promesse fatte dalla Francia, che assicura di non avere più relazioni diplomatiche con la Siria».

Un fatto sconcertante per le tre Ong, tanto più che il tentativo ha riguardato due persone differenti in due luoghi distinti, accomunati dalla destinazione, la Siria, tuttora in guerra. «Nessuno oggi si immagina di espellere qualcuno verso l’Ucraina», ha denunciato Manon Fillonneau.

Interrogato a proposito dall’Afp, il ministero degli Interni ha negato ogni tentativo di espulsione verso la Siria, con un ma: «alle volte è necessario sollecitare, tramite dei contatti consolari, le autorità siriane per verificare la nazionalità di uno straniero in situazione irregolare».

I due richiedenti asilo sono stati poi liberati dal Juge des libertés et de la détention, il magistrato che si occupa delle domande di rimessa in libertà dai luoghi di detenzione. Tuttavia, le Ong si dicono preoccupate per il tentativo messo in atto «proprio mentre sono stati recentemente documentati numerosi esempi di omicidi, di sparizioni e torture di rifugiati» tornati in Siria.