A dare la notizia non è stato il presidente ma la First lady: durante un’intervista in esclusiva rilasciata da Nairobi alla Associated Press, Jill Biden ha detto ai giornalisti che suo marito intende ricandidarsi per le elezioni del 2024, e che «praticamente deve solo scegliere un momento e un luogo per l’annuncio formale».

La dichiarazione della First lady è più che un’indicazione che il presidente in carica Jor Biden, che ha compiuto 80 anni a novembre, annuncerà la campagna per la rielezione: rappresenta la conferma di ciò che sia lui che i suoi collaboratori della Casa bianca hanno già ventilato in più occasioni.

 «Dice che il suo lavoro non è finito – ha affermato Jill Biden – Non ha finito quello che ha iniziato.  Ed è questo l’importante. Quante volte deve dirvelo perché voi ci crediate?» .

Nei mesi scorsi il presidente aveva affermato più volte di volere aspettare fino a dopo le elezioni di midterm per decidere riguardo una sua eventuale campagna di rielezione, e un aiutante della Casa bianca aveva affermato che la decisione sulla nuova candidatura non sarebbe stata solo una scelta personale, ma una decisione di famiglia. Ora tutti questi elementi sono arrivati a una convergenza: le elezioni di midterm sono andate molto meglio del previsto per i democratici, e la First lady ha parlato apertamente di una campagna per la rielezione.

Lo scenario del 2024 sembra essere sempre più definito, con da una parte il presidente in carica e dall’altra un affollato schieramento repubblicano.

Al momento, a un anno dall’inizio delle primarie, i candidati Gop sono 3: il pluriaccusato, e sotto inchiesta penale, ex presidente Donald Trump, l’ex ambasciatrice Usa alle NazioniuUnite e governatrice della Carolina del Sud Nikki Haley, e l’attivista di destra Vivek Ramaswamy.

Haley fino ad ora rappresenta la scelta centrista e moderata per il Gop, Ramaswamy è tutta un’altra storia.

Nel suo annuncio l’attivista ha puntato la sua candidatura sulla lotta alla «chiamata alle armi della sinistra» e a ciò che ha definito le «nuove religioni secolari come il Covidismo, il climatismo e l’ideologia di genere».

 «Questa è schiavitù psicologica – ha detto Ramaswamy nel video diffuso pochi giorni fa – e questo ha creato una nuova cultura della paura nel nostro paese che ha completamente sostituito la nostra cultura della libertà di parola in America».

Anche se Ramaswamy sa come usare il linguaggio della base di destra, non ha l’esperienza politica o il collegio elettorale preesistente di alcuni dei suoi potenziali rivali di partito, come il governatore della Florida Ron De Santis la cui candidatura non è ufficiale ma è data quasi per certa.

Questa proliferazione di candidati repubblicani alla presidenza potrebbe essere una buona notizia per le élite di partito che cercano un’alternativa a Trump.  L’ex presidente è sempre più visto come un peso dal Gop, non solo perché è oggetto di più indagini civili e penali, ma perché la sua campagna elettorale parte dopo aver perso la rielezione nel 2020, e dopo che i candidati che aveva sostenuto nelle elezioni di midterm hanno ottenuto risultati decisamente mediocri.