L’iconica presenza mediatica e fisica (gadget compresi) della regina d’Inghilterra è stata sempre avvolta da un doppio effetto, una specie di photoshop antelitteram. Flou e sgargiante, con tocchi di iperrealismo pittorico, per sette decadi. I colori – e ovviamente le fogge dei cappellini abbinati, pare ne conservi più di cinquemila, riposti religiosamente negli armadi di Buckingham Palace e delle sue residenze – hanno efficacemente contrastato la monotonia dei tailleur severi della sovrana, tendenti a cancellare un corpo femminile (di certo intessuto anche di emozioni e desideri) per creare un’idea astratta di potere, spogliato di genere sessuale. Così, a Elisabetta II...