Janyie accende il motore, la jeep romba e si parte. Ha comprato la macchina in Polonia, se la gode per qualche giorno prima di consegnarla a qualcuno che la porterà in Donbass. Dall’inizio della guerra è in una rete di volontari che inviano continuamente jeep al fronte. «Non durano più di una settimana» racconta. Lasciamo Kiev e passiamo per le barricate più vicine alla capitale. Poi i segni dell’artiglieria, vicinissimi all’entrata della città. Nei boschi alcuni alberi sono stati tranciati dai colpi dei mortai, altri sono segnati dai fori delle mitragliatrici. «Lì, tra le piante, ci sono ancora mine nascoste...