La destra unita col ministro: «Ha difeso il sacro suolo»
Uomo a mare La maggioranza ritrova l'intesa sul leader leghista. Elly Schlein protesta: «Grave che la premier parli di un processo in corso». Silenzio dal Movimento 5 Stelle
Uomo a mare La maggioranza ritrova l'intesa sul leader leghista. Elly Schlein protesta: «Grave che la premier parli di un processo in corso». Silenzio dal Movimento 5 Stelle
Se qualcuno cercava la sintesi tra i «moderati» del centrodestra e Vannacci eccola qui. «Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato» dice Matteo Salvini in un video iconico, nel quale, tra luci cupe e musica enfatica, mostra il petto e si gioca la carta del difensore del sacro suolo. Le destre urlano al processo politico e così, dopo giornate in cerca di un senso da dare alla stagione, la maggioranza torna unita grazie al leader che i più consideravano ingombrante.
IL LEADER LEGHISTA trova la solidarietà di Giorgia Meloni. «Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo» scrive su X la presidente del consiglio manifestando la sua «totale solidarietà» a Salvini. Protesta Elly Schlein: «Ho trovato molto inopportuno l’intervento della presidente Melon: il rispetto istituzionale imporrebbe di non mettersi a commentare dei processi che sono aperti». Pesa anche la presa di posizione del ministro dell’interno Matteo Piantedosi: «Il rischio di una condanna per aver fatto fino in fondo il suo dovere nel contrasto all’immigrazione irregolare è un’evidente e macroscopica stortura e un’ingiustizia per lui e per il nostro paese». Il guardasigilli Carlo Nordio esprime «piena ed affettuosa solidarietà al collega Salvini». Il miliardario reazionario Elon Musk chiede che i giudici di Salvini finiscano in galera: «Quel folle pm dovrebbe essere colui che va in carcere per sei anni».
SECONDO SIMONETTA Matone, ex magistrata e deputata leghista, «certe affermazioni a sostegno dell’accusa cozzano contro un ragionamento strettamente giuridico: ‘Salvini accentrava tutto il potere su di sé, sostiene l’accusa, dimenticando il ruolo avuto dal presidente del consiglio di allora, Giuseppe Conte e degli altri ministri che condivisero le scelte». Ma nella sua requisitoria la pm palermitana Marzia Sabella sostiene che i ministri della difesa e delle infrastrutture, Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli, insieme a Conte «ritennero di intervenire, i ministri non controfirmando il decreto interdittivo». «Anzi – precisa Sabella – la ministra Trenta si era premurata per i minori. Essere alleati non significa essere correi». Ma i 5 Stelle preferiscono non parlare della requisitoria. La maggioranza invece mescola al consolidato copione sulle «toghe rosse» la narrazione sovranista di un paese a rischio invasione. «La richiesta di condanna è un atto politico che non ha fondamenti giuridici – esclama ad esempio Maurizio Gasparri – Ma sappiamo che l’uso politico della giustizia è una malattia antica di questo paese, di cui Berlusconi è stata la principale vittima».
PER NICOLA Fratoianni «non è vero che il processo a Salvini è un processo all’Italia. E non è vero che si tratta di un processo politico. Salvini tenne in ostaggio 147 persone su una nave per giorni, in violazione di tutte le convenzioni internazionali, pur di non farle scendere su suolo italiano». Utilizzò 147 vite, con uno spietato calcolo cinico, per provare a forzare i paesi europei sul salvataggio in mare e sull’accoglienza – prosegue il segretario di Sinistra italiana e deputato Avs – Io ricordo bene quel periodo. Sono stato sulle navi delle Ong, nel Mediterraneo, per vedere con i miei occhi l’assenza dello stato, mentre le mani in mare chiedono aiuto dopo un naufragio. Ricordo l’odio che si abbatteva su chiunque provasse a scalfire la narrazione tossica e cattivista di Salvini e dei suoi. Eravamo i buonisti. Come se essere buoni e solidali costituisse reato. Oggi Salvini è a processo per quello che già in quei giorni definimmo un vero e proprio sequestro di persona. Ma invece che difendersi nel processo, sta provando come sempre a metterla in caciara e a screditare la magistratura». Per Laura Boldrini «la durissima requisitoria del pm di Palermo ci ricorda che il rispetto dei diritti umani viene prima della presunta difesa dei confini e che le vite in mare si salvano sempre, anche durante una guerra». La deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo afferma che Salvini, tentando di chiudere i porti, «ha cercato per anni di ricattare l’Unione europea. Per non parlare delle ripercussioni che questo ha avuto, incluse quelle sui corpi dello Stato. Ha fatto di tutto per disumanizzare i migranti, rendendoli capro espiatorio di qualsiasi problema. Ma anche un ministro deve rispondere alla legge, alla Costituzione e al diritto internazionale».
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