La «Davos della sicurezza»: più armi, più grosse, più in fretta
Crisi ucraina Conferenza di Monaco, l'Occidente mette in chiaro: «Non è il momento di parlare con Mosca». Bisogna prepararsi a una guerra di lunga durata, dicono i leader di Francia e Germania
Crisi ucraina Conferenza di Monaco, l'Occidente mette in chiaro: «Non è il momento di parlare con Mosca». Bisogna prepararsi a una guerra di lunga durata, dicono i leader di Francia e Germania
Fare in fretta. Fornire armi e munizioni nei tempi più brevi possibili per vincere il «Golia che sta cominciando a perdere», con «fionde» che devono essere più forti, subito. Questo il messaggio video che Volodymyr Zelensky ha rivolto in apertura della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, la Davos della sicurezza arrivata alla 59esima edizione all’hotel Bayerischer Hof nella capitale della Baviera.
L’organizzazione, gestita dall’agenzia di consulenze McKinsey, ha portato a Monaco quest’anno una quarantina di capi di stato e di governo, un centinaio di ministri e una miriade di consulenti e esperti del settore questo fine settimana, per partecipare al forum globale della diplomazia e della difesa, che si sta concentrando sull’occidente e sulla relazione transatlantica (la Cina è presente con Wang Yi, ministro degli esteri dal 2013 allo scorso dicembre e oggi top diplomatico del partito comunista, l’India è rappresentata a un livello di secondo piano, l’Iran non è stato invitato, così come la Russia, anche se ci sono importanti presenze africane, mediorientali e latinoamericane).
IL TEMA è la guerra tornata in Europa, in “un mondo che sta diventando un posto più pericoloso”, come dice il testo di di presentazione, intitolato “Re:vision”: l’analisi di fondo proposta è di una guerra in corso tra democrazia e autocrazie, una competizione sistemica dove i regimi autoritari cercano di riscrivere le regole internazionali, in tutti i campi, non solo sulla sicurezza (anche sull’energia, per esempio).
Qui a Monaco, nel 2007 Putin aveva espresso la sua teoria delle zone di influenza, attaccato il mondo “unipolare” sotto egemonia Usa e un anno dopo aveva aggredito la Georgia. Il Forum di Monaco getta le basi del vertice Nato a Vilnius l’11 e 12 luglio prossimi, in un contesto di nuova spinta a favore di un aumento sostanziale della spesa militare, già avviato dal 2014, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia.
Zelensky, in collegamento video, ha invitato a «accelerare»: «Abbiamo bisogno di velocità, velocità per concludere accordi, velocità delle forniture per rafforzare il nostro combattimento, velocità delle decisioni per limitare il potenziale russo». Anche il cancelliere Olaf Scholz ha invitato a «fare veramente» le consegne di carri armati promesse dagli alleati, faremo «una campagne intensa», ha promesso, dopo la confusione sui Leopard.
«Siamo pronti a un conflitto prolungato» ha affermato Emmanuel Macron, invitando anch’egli a «intensificare il sostegno» a Kyiv da un lato e dall’altro a «reinvestire massicciamente nella difesa» per gli europei. Macron propone una Conferenza sulla difesa aerea in Europa, con Germania, Gran Bretagna, Italia e altri, per «abbordare il soggetto sotto l’angolo industriale ma prima di tutto strategico, includendo la questione della dissuasione».
MA LA PACE è ancora lontana, adesso dobbiamo «collettivamente essere credibili nella capacità di durare nello sforzo», dobbiamo «intensificare il sostegno» a Kyiv. I paesi europei occidentali per ora parlano poco del dopo, dell’uscita dalla crisi e del nuovo scenario per stabilizzare l’Europa, Russia compresa, mentre prevale in questi mesi di guerra la visione dell’est (ma anche di Scandinavia e Finlandia), che non vuole «un’altra Monaco», quella che 85 anni fa, con Chamberlain e Daladier, cedette i Sudeti alla Germania nazista.
Dopo che il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, ha denunciato i ritardi nella produzione di armi, a Bruxelles la Ue riflette su acquisti comuni di munizioni, sul modello dei vaccini per il Covid. La proposta è spinta dall’Estonia, che propone di utilizzare 4 miliardi dell’European Peace Facility, per comprare (anche in Corea del Sud o addirittura c’è chi pensa alla Cina) un miliardo di proiettili.
INTANTO, il commissario alla giustizia, Didier Reynders, ha fatto sapere che il centro di inchieste sui crimini di aggressione russi in Ucraina sarà operativo all’Aja dal prossimo luglio e centralizzerà i dati raccolti da esperti di vari paesi Ue.
La Conferenza di Monaco è occasione di incontri tra leader. Ieri c’è stato un «formato Weimar» con Macron, Scholz e il presidente polacco Duda. Oggi Rishi Sunak discuterà con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sul Protocollo irlandese (nell’ambito Brexit). Gli Usa sono presenti con una grossa delegazione che comprende la vicepresidente Kamala Harris e il segretario di stato Blinken.
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