Amu Booghy
Un fermo immagine del video che ritrae la danza di Amu Booghy
Internazionale

La danza di Booghy è la danza dell’Iran: il regime non sa frenare il cambiamento

Rivoluzioni Il caso dell'anziano pescivendolo, messo sotto interrogatorio, per un ballo in strada svela le trasformazioni sociali nel paese. Teheran è più forte nella regione, ma in casa non gli basta più inventare nuove leggi liberticide
Pubblicato 11 mesi faEdizione del 23 dicembre 2023

Amu Booghy, zio trombettista, icona della tifoseria calcistica locale e venditore di pesce, si esibisce in una canzone nel mercato ittico della città iraniana di Rasht, circondato da giovani entusiasti che lo accompagnano con canti del ritornello e scroscianti applausi.

Il breve video diventa virale, accumulando milioni di visualizzazioni. Le autorità religiose e di sicurezza reagiscono: per alcuni giorni, la sua pagina Instagram viene oscurata e lui interrogato. In risposta, si moltiplicano centinaia di video divertenti che mostrano esibizioni di canti e balli in segno di sostegno al pensionato di 73 anni sui vari canali delle reti sociali. Il caso fa notizia sulle pagine dello statunitense New York Times con toni enfatici.

IL MOVIMENTO «Donna, Vita, Libertà», nato in seguito alla morte della giovane Mahsa Amini mentre era in custodia della polizia morale, non è riuscito a smantellare il vecchio ordinamento tradizionalista del paese né a garantire il pieno diritto sociale e politico delle donne.

Tuttavia, ha profondamente cambiato il paradigma dello scontro sociale. La reazione violenta del regime nel sedare le proteste, unita all’incapacità delle organizzazioni politiche di opposizione all’estero, divise e distanti dalla realtà locale, ha modificato il modo in cui la società, specialmente i giovani, reagisce per ottenere i propri diritti sociali.

Dopo la fase acuta delle proteste, la popolazione ha spontaneamente avviato un cambiamento lento e tangibile che si manifesta per le strade delle città iraniane, senza attendere il consenso del potere. Mostrarsi in pubblico senza velo, frequentare amici del sesso opposto, godere della musica, l’arte, le feste e i colori, condividendo le conseguenze senza mettere in pericolo la vita, sono diventati metodi di azione pacifica con cui la società esprime la sua opposizione all’ordinamento oppressivo dello Stato, giorno dopo giorno.

QUESTA EVOLUZIONE ha costretto il potere a inventare leggi fantasiose, al limite del ridicolo, pene inapplicabili su larga scala e molte altre manovre artificiose per contrastare il mutamento sociale in corso. La difficoltà e il nervosismo del regime nei suoi confini nazionali verso la sua stessa popolazione sono evidenti mentre ottiene numerosi risultati di rilievo sulla scena internazionale nel corso della guerra tra Israele e Hamas.

La strategia del cosiddetto «Asse della Resistenza», eredità del defunto comandante delle unità al-Quds del Guardie della Rivoluzione islamica (Irgc), Qassem Soleimani, ucciso dagli Stati uniti nel 2020, ha influenzato le dinamiche regionali. Il successore di Soleimani, Esmail Ghaani, ha orchestrato una maggiore coesione tra i vari membri dell’Asse della Resistenza.

E mentre il controllo globale sulle attività di sviluppo nucleare di Teheran si allenta, la Repubblica islamica riesce ad aumentare le esportazioni di petrolio nonostante le sanzioni. Le statistiche della società internazionale di monitoraggio petrolifero Vortexa e della società di informazione Kepler indicano che Teheran è riuscita a esportare un milione di barili di petrolio al giorno negli ultimi mesi dell’anno.

Pur essendo inferiore alla soglia di un milione e 350mila barili della scorsa estate, questa cifra rappresenta un aumento significativo rispetto alla fine della presidenza di Donald Trump nel 2019, quando le esportazioni erano scese a circa 300mila barili al giorno.

E secondo i sondaggi, l’approvazione della politica estera della Repubblica islamica è notevolmente aumentata tra la popolazione araba. Il punto debole della politica di Teheran rimane evidente all’interno del paese.

L’oppressione e il controllo del regime sulla popolazione, i continui scandali di corruzione, la difficile situazione economica generale e il sacrificio degli interessi nazionali a favore della politica estera della nomenclatura religiosa hanno eroso nel tempo la fiducia popolare, rappresentando il principale pericolo per la stabilità del regime.

LA POPOLAZIONE iraniana, delusa dalle promesse e dai chiari doppi standard occidentali, oggi non ripone la sua fiducia in ciò che proviene dall’estero, preferendo invece fare affidamento sulle forze autentiche e popolari per portare avanti il cambiamento.

La vicenda di Amu Booghy rappresenta un esempio semplice ma dal notevole impatto. Indipendentemente dalla volontà dell’autore, la popolazione ha riconosciuto l’azione contro l’oscurantismo del regime ed è per questo che ha acquisito importanza, superando persino il valore del premio Nobel conferito a Narges Mohammadi o del premio Sakharov a Mahsa Amini, sottovalutati a causa della loro origine occidentale.

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