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La condanna del G7, in arrivo altre armi

La condanna del G7, in arrivo altre armiIl presidente francese Emmanuel Macron partecipa al G7 in videoconferenza – Ap

Il vertice in videoconferenza I leader dei principali paesi occidentali hanno condannato gli «attacchi»: «Crimini di guerra». Avvertimento alla Bielorussia: «Basta complicità, il sostegno a Putin avrà conseguenze». Draghi incalza la Commissione: «I prezzi dell’energia sono ancora troppo alti, è un problema che dobbiamo affrontare uniti». La prossima settimana esercitazione nucleare Nato: ma era già in programma precisa Stoltenberg

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 12 ottobre 2022

Il G7, sotto presidenza tedesca, si è riunito in emergenza ieri via video per rispondere ai bombardamenti russi indiscriminati sulle città ucraine, rappresaglia di Mosca dopo l’esplosione sul ponte di Crimea di sabato scorso. I leader dei principali paesi occidentali hanno condannato gli «attacchi nel modo più forte possibile», considerati «crimini di guerra», sui quali «chiederemo conto al presidente Putin e ai responsabili» russi. Il G7 mette in guardia contro l’uso di armi «chimiche, biologiche e nucleari». Il presidente francese Emmanuel Macron considera che i bombardamenti russi hanno «cambiato in modo profondo la natura» della guerra, il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, avverte che la Russia è «imprevedibile sull’uso delle armi nucleari», mentre «negli ultimi 77 anni, il mondo ha continuato a porre fine all’uso delle armi nucleari e la non utilizzazione deve continuare». Joe Biden ha ribadito «l’impegno incrollabile» a favore di Kyiv «nel considerare la Russia responsabile della guerra e sostenere l’Ucraina fino a quando sarà necessario». Impegno confermato anche dalla britannica Liz Truss. «Il nostro obiettivo deve essere la pace, ma una pace che sia giusta e voluta dall’Ucraina», ha specificato il premier Mario Draghi.

VOLODYMYR ZELENSKY, invitato al G7, ha chiesto di nuovo un aiuto preciso: uno «scudo aereo» per l’Ucraina, «migliaia di persone saranno riconoscenti al G7 per questa assistenza», ha affermato, denunciando «più di cento tiri di missili in meno di due giorni contro i civili e le infrastrutture civili». Per Zelensky, Putin, anche se «a fine regno, ha ancora i mezzi per un’escalation». Il presidente ucraino ha denunciato il coinvolgimento della Bielorussia e ripetuto che «l’Ucraina non ha previsto né prevede azioni militari contro la Bielorussia». Il G7 condanna «l’esempio più recente di complicità» e chiede a Minsk di «smettere di concedere alle forze armate russe di utilizzare» il loro territorio per sostenere la guerra.

Più concretamente, gli aiuti all’Ucraina si precisano: gli Usa forniranno sistemi perfezionati di difesa aerea, la Germania ha già consegnato ieri il primo (di quattro) Iris-T di difesa anti-aerea, la Francia prevede di consegnare dei Samp/T Mamba prodotti da Thalès (ma l’esercito francese ne ha solo 8). E Parigi rafforza le capacità di difesa del fronte est, inviando in Romania dei veicoli blindati e una squadra di carri Leclerc, oltre a dei rafale in Lituania.

La Nato, che considera che «Putin stia fallendo, perché la guerra non va come sperava» e che i bombardamenti sono «un segno di debolezza» della Russia, si riunisce domani e giovedì, per «aumentare lo stock di munizioni e equipaggiamenti per rafforzare la difesa ed essere in grado di fornire armi all’Ucraina, perché dobbiamo prepararci a una guerra lunga», ha affermato il segretario Jens Stoltenberg: ora è il momento di aumentare la produzione di armi o i paesi Nato rischiano di veder diminuire la propria deterrenza.. La prossima settimana, la Nato organizza un’esercitazione nucleare, ma Stoltenberg ha tenuto a precisare che era stata prevista prima dell’aggressione russa all’Ucraina.

IERI, L’ESTONIA ha votato un testo che definisce la Russia «stato terrorista». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato al summit dell’Ingegneria meccanica tedesca a Berlino che «è sempre stato sicuro che Putin avrebbe utilizzato l’energia come arma». Sull’argomento è intervenuto anche Draghi: «Siamo riusciti a diversificare le nostre fonti di energia e a diventare sempre più indipendenti dal gas russo. Tuttavia, i prezzi dell’energia sono ancora troppo alti, è un problema che dobbiamo affrontare uniti».

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