Il governo polacco ha annunciato ieri lo sblocco dei fondi Ue grazie alla fiducia incondizionata, o quasi, da parte di Bruxelles. «La settimana prossima verranno prese due decisioni sulla questione dei finanziamenti europei attualmente congelati per la Polonia. Saranno sbloccati 137 miliardi in euro», ha spiegato ieri da Varsavia la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Anche se non sarà facile per l’esecutivo guidato da Donald Tusk riformare la giustizia orbanizzata dopo 8 anni di governo della destra populista di Diritto e giustizia (Pis), «gli sforzi della Polonia per ripristinare lo stato di diritto come base della società sono impressionanti», ha aggiunto von der Leyen.

Il riferimento è al piano d’azione presentato martedì scorso in sede Ue dal ministro della Giustizia polacco Adam Bodnar. L’iniziativa presentata dall’ex ombudsman, mandato a casa dal Pis nella primavera del 2021, è composta da un pacchetto di 9 progetti di legge che punta a riformare tutti gli organi di giustizia nel Paese sulla Vistola. Sono molte le tessere di un domino complicato: il Consiglio nazionale della magistratura (Krs) e la Corte suprema polacca con i loro neogiudici eletti direttamente dal potere politico, senza dimenticare il Tribunale costituzionale ancora presieduto da Julia Przyłębska, una fedelissima del numero uno del Pis Jarosław Kaczyński.

Bodnar punta anche a separare l’incarico del ministro della Giustizia da quello del procuratore generale che invece Zbigniew Ziobro di Suwerenna Polska, (Polonia sovrana) aveva riunito nella stessa persona durante gli ultimi governi Pis.

Raggiante il premier Tusk che ha dato la buona notizia in una conferenza stampa congiunta con Von der Leyen. «Abbiamo aspettato un po’ ma neanche più di tanto e ci siamo riusciti. E una giornata molto importante. Abbiamo compiuto diversi sforzi insieme. Mi riferisco in primo luogo alle polacche e ai polacchi che hanno scelto nuovamente democrazia e stato di diritto il 15 ottobre».

Il riferimento è alla data delle ultime elezioni politiche in cui il Pis ha conquistato la maggioranza dei seggi al Sejm, la camera bassa, ma senza totalizzare i numeri necessari a formare un altro governo. L’attuale esecutivo in Polonia è composto da una coalizione formata, oltre che dai liberali di Piattaforma civica (Po), anche dai centristi di Trzecia droga (Terza via) e da Lewica (Sinistra).

La somma annunciata da Von der Leyen prossima a essere sbloccata include i circa 55 miliardi di euro del Recovery plan tra prestiti e sovvenzioni non ancora erogati a Varsavia. In effetti a dicembre scorso il governo guidato dell’ex presidente del Consiglio europeo, aveva ricevuto una prima tranche di circa 5 miliardi del Recovery plan legati al progetto RePower Eu” messo in piedi per accelerare la transizione verde nei paesi Ue. I restanti fondi in ballo sono quelli strutturali e d’investimento europeo per la politica di coesione.

Lo sblocco delle risorse finanziarie messe a disposizione di Varsavia dovrà comunque essere approvato dagli Stati membri. Un passaggio che dovrebbe essere poco più di una formalità visto l’apprezzamento trasversale di cui sembra godere l’action plan ideato da Bodnar.