La causa dei designer: l’intelligenza artificiale ruba le nostre creazioni
Usa Tre designer statunitensi – Krista Perry, Larissa Martinez e Jay Baron – hanno citato in giudizio Shein per aver «rubato» le loro creazioni «più e più volte»: «Un racket continuo […]
Usa Tre designer statunitensi – Krista Perry, Larissa Martinez e Jay Baron – hanno citato in giudizio Shein per aver «rubato» le loro creazioni «più e più volte»: «Un racket continuo […]
Tre designer statunitensi – Krista Perry, Larissa Martinez e Jay Baron – hanno citato in giudizio Shein per aver «rubato» le loro creazioni «più e più volte»: «Un racket continuo e ripetuto». Il gruppo di designer sostiene che «l’algoritmo di design» della catena cinese di fast fashion «non potrebbe funzionare senza generare quel tipo di copie esatte che possono gravemente danneggiare la carriera di un designer indipendente».
Anche perché, aggiungono i tre – pure se non è di dominio pubblico il modo in cui l’azienda impieghi la propria intelligenza artificiale – «l’Ia di Shein è abbastanza “furba” da appropriarsi indebitamente degli articoli con maggior potenziale commerciale».
La causa, che allega decine di foto delle creazioni originali a fianco di quelle «contraffatte», è intentata ai sensi della legge nota come Rico, emanata per colpire la mafia in Usa, e applicata ai reati commessi da una «associazione di entità».
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