La Camera degli Stati Uniti ha approvato un pacchetto di riforme sul controllo delle armi formato dalle leggi più aggressive adottate o proposte negli ultimi anni, includendo l’innalzamento a 21 anni dell’età minima per l’acquisto della maggior parte dei fucili semiautomatici e il divieto di vendita di caricatori di munizioni ad alta capacità.

Il voto si è tenuto poche ore dopo che la commissione della Camera che sta lavorando alle restrizioni aveva ascoltato le testimonianze di un bambino sopravvissuto alla sparatoria del 24 maggio nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, dei genitori di una vittima e di un pediatra che ha prestato i primi soccorsi alle vittime della sparatoria che ha causato la morte di 19 bambini delle elementari e di due insegnanti.

Cinque repubblicani si sono uniti alla maggior parte dei democratici: il voto si è concluso con 223 favorevoli e 204 contrari. Due democratici si sono uniti al Gop e hanno votato no.

Il voto positivo della Camera, però, sembra destinato a restare poco più di un esercizio di comunicazione politica: al Senato la ferrea opposizione repubblicana a qualsiasi nuova restrizione sulle armi non accenna a mostrare crepe.

Dopo il voto i Democratici non hanno brindato alla vittoria e hanno dichiarato di essere consapevoli che, con molte probabilità, il pacchetto di leggi è destinato a naufragare sotto i colpi del voto negativo del Senato, ma che comunque era un passo necessario per dimostrare agli americani che si può fare di più per prevenire non solo le sparatorie di massa della devastante portata di quelle di Buffalo e Uvalde, ma anche le centinaia di sparatorie che quasi non fanno notizia, visto che vi perdono la vita meno persone, e gli episodi quotidiani di violenza da armi da fuoco che stanno flagellando l’America.

Al Senato comunque proseguono le trattative su proposte più modeste, che potrebbero avere il sostegno bipartisan necessario ad andare avanti, ma il dibattito feroce che si è tenuto alla Camera riflette il divario tra le due parti che sembrano inconciliabili sul controllo delle armi.

I deputati repubblicani sono rimasti uniti nell’opporsi alle leggi, definendole un rimedio inefficace contro i mass shooting e sostenendo che di fatto le nuove misure servirebbero solo a limitare i diritti dei proprietari di armi responsabili.

In vista del voto i leader repubblicani avevano consigliato ai loro compagni di partito di votare contro le misure, non solo per ragioni ideologiche o pragmatiche, ma anche perché le loro azioni sarebbero state osservate e valutate da una coalizione di gruppi conservatori, tra cui la Heritage Action e la National Rifle Association (Nra), la lobby delle armi che finanzia profumatamente i candidati Gop.

«Questo disegno di legge non protegge i bambini – ha dichiarato Jim Jordan, deputato dell’Ohio e stella nascente dell’ala più a destra del partito – Quello che fa è togliere i diritti del Secondo Emendamento, i diritti dati da Dio, protetti dalla nostra Costituzione, ai cittadini americani rispettosi della legge».