«Il cinema non può fermare le guerre. Eppure, sarò forse un romantico, ci credo ancora». Sono le parole a caldo di Kirill Serebrennikov a Cannes, dopo i titoli di coda della prima di Limonov – The Ballad, il film con cui torna in concorso al festival a due anni di distanza da La moglie di Tchaikovsky. L’adattamento dal romanzo di Carrère, incentrato su una figura controversa come Limonov che, pure, ha incarnato molte delle contraddizioni della cultura russa, ha posto non poche sfide al regista. «Quando abbiamo iniziato a lavorare al film, nel 2020, non sapevamo che raccontare questa storia...