Vladimir Putin e Kim Jong-un si incontreranno a breve, forse già domani. Il Cremlino ha finalmente deciso di rompere gli indugi e ha confermato che il presidente russo e il leader nord-coreano si vedranno a Vladivostok, dove si trova attualmente Putin per il Forum economico orientale. Nel frattempo sono in atto colloqui segreti tra Mosca e diversi Paesi occidentali per uno scambio di prigionieri che, secondo il Wall street journal, potrebbe addirittura contemplare l’ex oligarca e oppositore di Putin, Aleksei Navalny, in carcere dal 2021.

DALLA TARDA MATTINATA di ieri si è saputo che Kim Jong-un era in viaggio nel suo speciale treno blindato diretto a nord-est, verso la vicina “capitale orientale” della Federazione russa, la città costiera di Vladivostok. L’agenzia di stampa russa, Ria novosti, ha sottolineato che l’incontro si terrà «su invito del presidente russo»; mentre l’agenzia di stampa statale nordcoreana, Kcna, ha indicato il 13 settembre come data, senza specificare su cosa verterà il colloquio. Secondo Bloomberg, il capo del Cremlino avrebbe tre desideri particolari da sottoporre all’alleato: i proiettili d’artiglieria da 122 e 152 millimetri e i razzi da 122 millimetri. L’azienda statunitense sottolinea anche che la Corea del Nord è uno dei pochi Paesi ad avere scorte significative di carri armati di epoca sovietica dello stesso modello di quelli impiegati da Mosca in Ucraina e di munizioni utilizzabili da tali mezzi. I media occidentali, in particolare i quotidiani Usa, da almeno una settimana citano la presunta emergenza armamenti dell’esercito russo e riconducono l’incontro tra i due leader a questa necessità di approvvigionamento.

DI ARMI hanno parlato anche la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, e l’omologo ucraino, Dmytro Kuleba. Berlino si è detta ancora cauta sull’invio dei missili a medio raggio Taurus, ma ha promesso 40 ulteriori mezzi corazzati e 20 milioni di euro di aiuti.
Mentre i riflettori erano puntati sull’est, gli ucraini hanno pubblicato il video di un’azione molto scenografica compiuta dalle forze speciali di Kiev sulla piattaforma petrolifera Boika Tower nel Mar Nero. La struttura, occupata dai russi nel 2015 in seguito all’annessione della penisola di Crimea, fa parte di una serie di isolette e piattaforme che si trovano a poca distanza dalla costa e che sono al centro delle azioni di sabotaggio ucraine. Sullo svolgimento della missione i vertici militari ucraini sono entusiasti: i marine sono sbarcati sulla piattaforma, hanno requisito qualche razzo e un radar marino e si sono confrontati con un caccia russo inviato per tenere la posizione. Il tutto ampiamente documentato. Sull’esito c’è incertezza: probabilmente i soldati sono ripartiti abbandonando la piattaforma. Secondo gli analisti, l’obiettivo principale di questo tipo di missioni è dimostrare che la flotta russa nel Mar Nero è vulnerabile, oltre a rilanciare l’immagine di un esercito ucraino vincente.