I ministri degli Esteri della Nato si sono incontrati ieri a Bruxelles per tentare di compattare il fronte pro-Ucraina e fugare le nuvole della «stanchezza della guerra». Le dichiarazioni si sono sviluppate tutte su questo duplice binario: da un lato ribadiscono «l’impegno a sostenere in modo durevole» Kiev (come ha dichiarato il segretario di Stato Usa Blinken) e dall’altro tentano di ripristinare una narrazione unica a livello mediatico.

Secondo il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, «l’Ucraina è più vicina alla Nato che mai. Continueremo a sostenerla nel percorso verso l’adesione». Ma Stoltenberg ha anche sottolineato che «abbiamo fornito ora raccomandazioni sulle riforme prioritarie ucraine. Compresa la lotta alla corruzione, il rafforzamento dello Stato di diritto e il sostegno dei diritti umani e delle minoranze». Tutti punti deboli delle politiche sociali ucraine pre-belliche che, nei momenti meno opportuni per la comunicazione del governo di Zelensky, sono riemersi in questi 21 mesi di guerra.