Kiev «rinforza» Mariupol per rompere l’assedio
Via Crucis Un numero significativo di uomini della 36° brigata marina si è unito al reggimento Azov
Via Crucis Un numero significativo di uomini della 36° brigata marina si è unito al reggimento Azov
Secondo alcune indiscrezioni la Russia potrebbe dichiarare guerra all’Ucraina. La notizia è stata diffusa in seguito ad alcune dichiarazioni del portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, il quale ha affermato che il suo Paese potrebbe prendere tale decisione se l’Ucraina continuasse ad attaccare il territorio russo. Non è uno scherzo, sono parole realmente estratte da un discorso più ampio di uno degli uomini più influenti del Cremlino.
SUL FRONTE dell’ «operazione speciale», intanto, da un lato e dall’altro del confine tra il Donbass separatista e i territori controllati dagli ucraini, negli ultimi giorni si sono verificati diversi scontri tra piccoli gruppi di fanteria coadiuvati da mezzi corazzati e carri armati.
Da un lato e dall’altro i media ufficiali diffondono le immagini dei mezzi distrutti e degli armamenti sequestrati; alcuni video mostrano addirittura il momento dell’impatto degli ordigni sui mezzi nemici.
Durante il primo mese di guerra era molto difficile reperire tali informazioni dalle fonti dirette russe ma, con l’inasprirsi del conflitto, Mosca si deve essere convinta dell’importanza dello strumento informatico nella guerra mediatica e il flusso è significativamente aumentato. Sappiamo, ad esempio, che ieri un bombardiere ucraino SU-24 è stato abbattuto nei pressi di Izium da un lanciarazzi a spalla. Il velivolo, stando alle fonti russe, volava a bassissima quota e perciò è stato possibile abbatterlo senza l’ausilio della contraerea.
NELLA STESSA ZONA ma poco più a nord, gli ucraini hanno invece abbattuto un drone-spia Orlan-10 in forza all’aviazione russa. A Kharkiv, inoltre, il governatore regionale ha fatto sapere che nella notte la contraerea era riuscita ad abbattere un elicottero d’assalto Kamov Ka-52 e che i piloti erano morti. Sappiamo anche che un gruppo di carri armati russi T-80BV provenienti dalla Repubblica Popolare del Donbass si è schierato in formazione lineare alle porte di Mariupol sventolando una bandiera dell’Urss come vessillo.
OLTRE IL CONFINE, nella città russa di Belgorod, la scorsa notte gli ucraini avrebbero attaccato con un missile balistico Tochka-U causando un grande incendio. Al momento Kiev non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
Stando a quanto diffuso dagli stessi canali russi, sembrerebbe che l’esercito di Putin stia usando bombardieri supersonici a lungo raggio Tu-22M3 per colpire le posizioni ucraine a Mariupol. Sempre nel porto dell’oblast di Donetsk, gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da un continuo rimando di informazioni difficilmente verificabili. Secondo Mosca tra il 12 e il 14 aprile più di 1.300 soldati e ufficiali ucraini si sarebbero arresi volontariamente o sarebbero stati costretti a deporre le armi.
Tuttavia, Kiev ha affermato che un numero significativo di uomini della 36° brigata marina è riuscito a unirsi al reggimento Azov rinforzandolo. Sergiy Volyna, comandante della 36° brigata, ha dichiarato in un video diffuso on-line che la situazione a Mariupol «è critica» e ha chiesto al governo di rompere l’assedio «in qualsiasi modo».
L’AREA DELLO STABILIMENTO di «Azovstal», dove i militari ucraini sarebbero in larga parte asserragliati, al momento è utilizzato come una roccaforte e, a quanto pare, è stata significativamente fortificata all’esterno e munita di ampie comunicazioni sotterranee a più livelli. Anche nei pressi dell’impianto di Ilyich, che secondo Kiev ora sarebbe solo «parzialmente» controllata dal suo esercito e secondo Mosca, invece, sarebbe «interamente» sotto il controllo del suo, si presenta come una discarica di rottami e macerie a cielo aperto.
Secondo stime non confermate, c’erano almeno 14.000 dei militari più qualificati e pronti al combattimento delle forze ucraine sul territorio di Mariupol prima che questa fosse circondata. Al 13 aprile, le forze rimanenti sarebbero tra i 4.000 e i 6.000 uomini ancora in armi.
QUESTE CIFRE sono state fornite da alcuni siti di intelligence e si basano su calcoli fatti incrociando dati e informazioni. Il numero dei soldati presenti in città potrebbe essere attualmente molto diverso.
Inoltre, sempre secondo fonti russe, da ieri è in atto l’abbattimento degli edifici nelle aree residenziali adiacenti alla zona industriale dell’ «Azovstal» al fine di impedire ai soldati ucraini che scelgono di ritirarsi di potersi nascondere nei sotterranei dei palazzi con l’obiettivo di uscire successivamente dalla città in abiti civili. Anche Kiev è stata nuovamente attaccata. L’agenzia «France Press» ha scritto che nella notte un attacco russo ha colpito un impianto per la produzione di missili fuori Kiev. Gli ucraini non hanno confermato cosa si producesse nel sito ma sappiamo che il suo nome è «Vizar» e si trova a pochi chilometri dalla capitale. Altri tre missili si sono abbattuti sulla città causando diversi danni a infrastrutture civili e aree residenziali. Un quarto missile, un Kalibr (come quello che ha sventrato il palazzo del governatore Kim a Kharkiv) è stato avvistato nel cielo sopra la capitale alle 17.30 circa ma non è chiaro se e dove abbia colpito. Il ministero della difesa russo ha fatto sapere che quella di oggi è stata una prima risposta agli attacchi ucraini sul territorio russo. Secondo il Cremlino, infatti, l’Ucraina è responsabile di diversi bombardamenti nell’oblast di Bryansk.
SUL FRONTE SUD la fanteria russa ha occupato la cittadina di Oleshki, nell’oblast di Kherson. Il sindaco locale, Yevhen Ryschuk, ha dichiarato che gli occupanti russi hanno già sostituito la bandiera ucraina con quella russa sul palazzo di città. Oleshki ha una popolazione di 24.500 individui ed è l’ennesimo villaggio in questa regione a essere stato occupato dalle forze russe nell’ultimo mese.
A poca distanza, dall’altro lato della M14 che segna la linea diretta di avanzata verso Mykolayiv, negli ultimi giorni i bombardamenti sono stati incessanti. Giovedì e venerdì sono state colpite due diverse chiese vicino Zorya e Richkivyi vokzal, nel primo caso non si sono registrati feriti mentre ieri sì, anche se l’amministrazione locale non ha ancora diffuso notizie in merito.
Chiudiamo con le parole di Natalyia Humeniuk, addetta stampa delle forze di sicurezza e di difesa del sud dell’Ucraina, secondo la quale ci si aspetta che gli attacchi missilistici e di artiglieria russi sulle regioni meridionali si intensifichino come vendetta per la distruzione dell’incrociatore «Moskva». Dato che Mykolayiv è già vessata da settimane, è evidente che le parole di Humeniuk si riferissero a Odessa.
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