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Kiev e Mosca, accuse atomiche: «Faranno saltare Zaporizhzhia»

Soldati russi nella centrale nucleare di Zaporizhzhia foto ApSoldati russi nella centrale nucleare di Zaporizhzhia – Ap

Guerra ucraina Zelensky: «I russi hanno messo esplosivi sul tetto della centrale». La Russia: «Gli ucraini potrebbero attaccarla nelle prossime ore». La marcia indietro dell’Aiea: «Nessuna traccia di esplosivi, ma ci serve un accesso più ampio»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 6 luglio 2023

La guerra non risparmia nulla, la propaganda di guerra neanche. Ora che la centrale atomica di Zaporizhzhia è diventata la nuova protagonista della comunicazione istituzionale ucraina, è sempre più difficile comprendere quale sia l’effettivo stato delle cose. Se persino l’Agenzia internazionale per l’energia atomica si sente obbligata a ritrattare nel giro di poche ore le proprie valutazioni significa che il contesto è ormai compromesso.

Il passaggio è breve e, probabilmente, risente più dell’imperscrutabilità della situazione che delle pressioni politiche di Kiev. A un giorno dalla visita della centrale nucleare con una delegazione di esperti, il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, ha rilasciato una dichiarazione nella quale si rassicura il mondo: «Non abbiamo riscontrato traccia di mine nel perimetro dell’impianto».

L’amministrazione ucraina protesta: com’è possibile che i nostri allarmi siano ignorati così spudoratamente? Mosca esulta: vedete che non siamo dei mostri come vogliono dipingerci?

MA NEL MEZZO ci sono i tecnici dell’Aiea, chiamati a svolgere un lavoro già di per sé delicatissimo e in più a svolgerlo nel mezzo di un conflitto senza esclusione di colpi e sotto il controllo dello stato invasore che ha occupato la centrale. Sarebbe bellissimo pensare che la forza della verità scientifica riesce a illuminare della propria luce anche l’oscurità della propaganda bellica; ma purtroppo la realtà è molto più complessa. Nei panni di Grossi e dei tecnici che compilano la relazione, chi di noi scriverebbe a cuor leggero «non ci sono rischi se non quelli legati al conflitto stesso».

E se domani, dopodomani, tra una settimana o chissà quando la centrale esplodesse? Non è difficile immaginare su quale testa o gruppo di teste scenderebbe la condanna del mondo. Da qui la precisazione dell’Aiea: «Abbiamo bisogno di un accesso più ampio alla centrale per confermare l’assenza di mine o esplosivi».

STRANO? NIENTE AFFATTO. Sembrava più strano il contrario: come pretendere che un esercito accusato di aver minato un impianto nucleare mostri a un giudice internazionale l’arma del potenziale delitto? Impossibile, appunto. Ma il punto è proprio questo: sapere se la centrale è a rischio imminente oppure no.

La risposta di Kiev, diffusa dal presidente Zelensky sul proprio canale Twitter, è affermativa. «I nostri servizi segreti ci informano che l’esercito russo ha collocato oggetti simili a esplosivi sul tetto di alcune unità di potenza della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Forse per simulare un attacco alla centrale. Forse hanno qualche altro scenario. In ogni caso, il mondo vede – non può non vedere – che l’unica fonte di pericolo per la centrale nucleare di Zaporizhzhia è la Russia e nessun altro. Purtroppo, non c’è stata una risposta tempestiva e su larga scala all’attacco terroristico alla centrale idroelettrica di Kakhovka. E questo potrebbe incitare il Cremlino a commettere nuove nefandezze. È responsabilità di tutti nel mondo fermarlo, nessuno può restare in disparte, perché le radiazioni colpiscono tutti». Il capo di stato invita la comunità internazionale a frapporsi tra Putin e un atto scellerato che lui e i suoi 007 ritengono ormai certo.

Dal canto suo Mosca continua a sostenere che sia la controparte a bombardare la centrale, invia lettere al Consiglio di sicurezza dell’Onu e, addirittura, annuncia di conoscerei i piani segreti ucraini per un attacco alla centrale. Attacco che, dice il Cremlino, potrebbe verificarsi anche nelle prossime ore.

INTANTO IL NUCLEARE preoccupa non solo i belligeranti. Secondo il Financial times il presidente cinese Xi Jinping durante la sua visita a Mosca lo scorso marzo avrebbe personalmente messo in guardia Vladimir Putin dall’utilizzo di testate atomiche in Ucraina. Per ora il Cremlino «non conferma» le indiscrezioni del Ft ma, stando al quotidiano britannico, i funzionari cinesi si vanterebbero privatamente di aver convinto il leader russo a non alzare il livello dello scontro.

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