Internazionale

Kiev avanza, cade il veto sulle armi per l’attacco

Kiev avanza, cade il veto sulle armi per l’attaccoUn edificio colpito dagli attacchi ucraini ieri a Kursk – foto Getty Images

Cari armati La Bbc: blindati britannici nel Kursk. Germania e Canada: liberi di usarle come vogliono. In arrivo un nuovo pacchetto militare dagli Stati uniti. L’Italia resta ambigua sull’impiego dell’equipaggiamento fornito agli ucraini. Sul quale permane il segreto

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 17 agosto 2024

Due fronti che si approfondiscono e si prolungano in due direzioni opposte. Da una parte, le truppe di Kiev continuano a rinsaldare la propria presa nella regione russa di Kursk, controllando la cittadina di Sudzha (circa 15mila abitanti) e numerose altre località oltre confine. Dall’altra, l’esercito di Mosca sembra intensificare la propria avanzata nel Donbass, avvicinandosi a circa 10 chilometri dall’importante centro logistico di Pokrovsk (circa 60mila abitanti prima della guerra, oblast di Donetsk).

Ciascuno dei contendenti sta provando a sfruttare al massimo le vulnerabilità dell’altro. Con la sua incursione inaspettata, l’Ucraina ha messo in luce le difficoltà logistiche e organizzative delle retrovie nemiche, costringendo le forze del Cremlino a mobilitare coscritti e membri di servizi interni di Fsb e Rosvgardija e a richiamare in patria molti dei propri effettivi che erano impiegati nei territori occupati per respingere l’attacco (ufficiali Usa hanno parlato ieri alla Cnn di «diverse brigate da almeno mille uomini»). Alcuni report indipendenti indicano che i russi stanno scavano trincee alla periferia di Kursk, circa 45 chilometri dal confine. A Sudzha, intanto, gli ucraini hanno istituito un vero e proprio centro di comando militare «per mantenere l’ordine nell’area e andare incontro ai bisogni della popolazione che si trova nei territori ora sotto controllo».

PROPRIO IERI la Bbc citando fonti militari britanniche ha rivelato che nell’offensiva di Kiev sono stati usati carri armati «Challenger» – Londra ne aveva trasferiti 14 all’Ucraina – malgrado ufficialmente non sia stata data l’autorizzazione a impiegarli in territorio russo. La notizia segue quanto riferito il 14 agosto dal ministero della difesa tedesco: una volta consegnate le armi agli ucraini, questa la posizione ufficiale, la Germania considera le forze armate di Kiev libere di stabilirne l’impiego. Le ultime armi consegnate da Berlino sono i carri armati Leopard 1 e 2, veicoli di fanteria «Marder» e lanciamissili.

SI SA CHE ANCHE l’Italia ha fornito a Kiev armi potenzialmente d’attacco come i missili Samp-T e Storm Shadow, pure mantenendo il segreto sulle forniture, ma confuse dichiarazioni di ministri e maggioranza hanno ripetuto che non andrebbero usate per un’offensiva. Il ministero della difesa del Canada ha invece apertamente dichiarati che le armi spedite a Kiev possono essere utilizzate «liberamente e senza restrizioni geografiche». Intanto proprio in queste ore si aspetta un nuovo pacchetto di aiuti militari dagli Usa.

I numerosi reportage sul campo che si inseguono negli ultimi giorni da parte di testate indipendenti russe e internazionali mostrano una vasta gamma di reazioni da parte della popolazione, dallo smarrimento alla rabbia sia verso l’inefficienza del proprio governo che contro le forze armate ucraine.

HA FATTO scalpore l’esclusiva realizzata dai giornalisti Rai Stefania Battistini e Simone Traini, che hanno documentato l’altro ieri la situazione a Sudzha e dintorni al seguito delle truppe di Kiev: i media russi hanno prima riferito dell’intenzione da parte di Mosca di aprire un procedimento giudiziario nei loro confronti, mentre sul web sono apparse minacce da parte di blogger militari; poi, nella serata di ieri, il ministero russo degli affari esteri ha convocato la nostra ambasciatrice Cecilia Piccioni per protestare per il servizio televisivo.

Intanto, anche dal lato opposto del confine la situazione è problematica. Sono migliaia i civili ucraini evacuati dal fronte del Donbass. La stampa, citando diverse fonti interne all’esercito, sostiene che in quel punto la pressione russa non è diminuita ma anzi potrebbe essere quasi accresciuta.

D’altro canto, ci sono notizie di attacchi da parte ucraina al ponte di Kerch, che collega la penisola di Crimea alla Federazione. La struttura è stata chiusa per qualche ora. Insomma, è un insistito “braccio di ferro” i cui esiti rimangono per ora incerti. Putin si è riunito ieri con i membri del consiglio permanente di sicurezza del paese, per discutere delle «nuove soluzioni tattiche» applicate nel corso dell’«operazione militare speciale». Domani, si recherà in visita di stato in Azerbaijan.

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