Internazionale

Kiev accoglie le cluster bomb: «Cambieranno le regole del gioco»

Il limite ignoto Nuove forniture belliche in arrivo dagli alleati

Pubblicato più di un anno faEdizione del 13 luglio 2023

Le munizioni a grappolo statunitensi «cambieranno le regole del gioco» in Ucraina. Ne è convinto il ministro della Difesa di Kiev, Oleksyi Reznikov, che rispedisce al mittente le accuse delle associazioni umanitarie sull’impatto devastante di tali ordigni e si trincera dietro la risposta alla Russia. «Mosca le usa dall’inizio della guerra» aggiunge il ministro, «quando inizieremo a usarle anche noi per la liberazione dei nostri territori temporaneamente occupati» gli effetti si vedranno in fretta.

NONOSTANTE REZNIKOV abbia ribadito l’impegno del suo Paese a utilizzare le munizioni a frammentazione fuori dalle aree urbane e non sul territorio russo, le preoccupazioni per l’impiego di tali ordigni restano. Gli analisti militari sostengono che le forze armate ucraine le useranno per preparare o coprire gli attacchi della fanteria alle fortificazioni russe, sia per colpire i soldati nemici sia per tentare di far brillare più mine possibile. Ma, si sa, un’arma terribile resta un’arma terribile, anche se ricevuta con le migliori rassicurazioni. D’altronde il ministro della Difesa ucraino sostiene che il loro invio è paragonabile a quello delle munizioni da 155mm o dei missili a lunga gittata, ovvero che Kiev ne farà un uso massiccio e che le truppe del Cremlino ne saranno colpite duramente.

Mentre a Vilnius il centro dell’attenzione si focalizza sull’ingresso o meno di Kiev nella Nato, i funzionari di Zelensky sono riusciti a strappare nuove forniture belliche agli alleati. «L’Ucraina e la Svezia» ad esempio «hanno firmato un accordo sullo scambio e la protezione reciproca di informazioni classificate. E l’accesso alle informazioni è la chiave del successo» ha scritto sul proprio canale Twitter sempre Reznikov. L’intesa prevede collaborazioni con diverse aziende svedesi, come il colosso automobilistico Saab. Mentre il presidente Zelensky in persona ha annunciato che «c’è un accordo per ulteriori lanciatori e missili Patriot dalla Germania» e l’impegno per «un ulteriore aiuto per la difesa di Kiev che comprenderà anche attrezzature per lo sminamento» da parte della Francia.

A CHIUDERE la rassegna degli armamenti è intervenuto anche il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, secondo il quale alla fine del primo trimestre del prossimo anno i primi F-16 voleranno sui cieli ucraini, se tutto andrà secondo il programma». Kuleba ha spiegato che l’addestramento dei piloti ucraini che attualmente sono all’estero dovrebbe iniziare i primi di agosto o al massimo i primi di settembre e parallelamente avranno inizio le procedure legali e le preparazioni tecniche per il trasferimento dei caccia americani.

Intanto sul campo gli ucraini continuano ad annunciare piccoli avanzamenti verso Bakhmut, dove anche ieri «sulle direttrici di Bila Gora-Andriivka e Bila Gora-Kurdiumivka abbiamo ottenuto un certo successo, e ci stiamo trincerando nelle posizioni raggiunte», sostiene Andriy Kovaliov, portavoce dello stato maggiore di Kiev. Sul fronte sud, invece, la situazione resta di fatto immutata.

Dall’altro lato del confine il capo dei servizi segreti esteri russi, Sergei Naryshkin, ha rilasciato una dichiarazione esplosiva nella quale racconta che subito dopo il presunto tentativo di golpe fallito da Prigozhin e dalla Wagner, è stato raggiunto telefonicamente da William Burns, direttore della Cia, per discutere il futuro dell’Ucraina. Da Washington non sono arrivate conferme, ma nei mesi scorsi più volte siamo venuti a conoscenza di rapporti diretti tra la Casa bianca e il Cremlino e il nome di Burns è sempre al centro di queste indiscrezioni. Naryshkin sostiene inoltre che «a un certo punto le grandi potenze dovranno confrontarsi sulla gestione del conflitto e su come uscirne».

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