Eva Kaili, l’ex vice presidente del parlamento europeo agli arresti per lo scandalo del Qatargate, dovrà restare in carcere per altri trenta giorni. Così ha deciso la procura federale belga dopo l’udienza di eiri. «Avevamo chiesto che potesse essere sottoposta al regime di sorveglianza elettronica – spiegano i due avvocati della donna – Kaili collabora e contesta ogni accusa di corruzione». In aula, spiegano ancora gli avvocati che ribadiscono la totale estraneità della loro assistita, Kaili non ha rilasciato dichiarazioni. Secondo alcune indiscrezioni, in una delle testimonianze rilasciate dalla parlamentare europea greca si parlerebbe di alcuni eurodeputati del Partito democratico: ci sarebbero Brando Benifei, Andrea Cozzolino e Alessandra Moretti.

Benifei smentisce con decisione ogni coinvolgimento. «Non sono mai stato in Qatar o in Marocco, non avevo nessuna frequentazione fuori dal lavoro nel parlamento europeo con nessuna delle persone coinvolte nello scandalo Qatargate – dice il capodelegazione degli eurodeputati del Partito democratico – Ogni mia interrogazione o votazione – continua – è andata sempre contro le posizioni politiche sui temi in questione che questi esponenti politici portavano avanti. Alla fine della scorsa legislatura sono stato uno dei pochi europarlamentari del mio gruppo che ha votato per il rinvio per annullamento alla Corte di Giustizia dell’accordo Ue-Marocco in aperto contrasto con le posizioni di Panzeri e della maggioranza del parlamento europeo di allora».
Si apprende intanto che uno dei fattori che avrebbe dato «un’accelerazione improvvisa alla carriera ed un esposizione maggiore alle lobby e molti nuovi contatti con gruppi di interesse, soprattutto tecnologici» di Kaili è l’aver ricoperto negli ultimi cinque anni la presidenza del Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia, un panel del parlamento europeo fondato «per la realizzazione di progetti di valutazione tecnologica». Il comitato gode di un ‘advisory board’ di scienziati tra cui spicca un nome in cui ancora una volta Qatar e Italia tornato accoppiati, quello del professore molisano Salvino Salvaggio, direttore esecutivo presso l’Università Hamad Bin Khalifa e presso il Qatar Fund.

La nomina di Salvaggio, entrato nell’advisory board di Stoa nel novembre 2020, secondo fonti consultate dall’Ansa sarebbe stata «fortemente voluta dalla Kaili stessa». Salvaggio non era il solo esperto introdotto dalla Kaili, dal 2018 infatti sono ricorrenti le presenze di membri dell’advisory board della Ong Elontech un’organizzazione dedicata alla cybersicurezza con attenzione speciale alle criptovalute fondata proprio da Mantalena Kaili, la sorella dell’eurodeputata greca.

Intanto, di fronte al Qatargate Viktor Orbán propone di dismettere il parlamento europeo e sostituirlo con un organismo composto da delegati nazionali. «Lo scandalo è rivelatore – scrive su Twitter il presidente ungherese – Le norme anticorruzione dell’europarlamento hanno fallito miseramente, se vogliamo restaurare la fiducia del pubblico è arrivato il momento di abolire il parlamento europeo». E ancora: «La nostra soluzione: creare un nuovo Parlamento europeo composto da delegati nazionali, questo garantisce un maggiore controllo, responsabilità e credibilità». Il leader sovranista rilancia per l’occasione l’hashtag #draintheswamp che era stato utilizzato nel 2016 da Donald Trump e che significa «prosciughiamo la palude della corruzione».