Era un paio di guerre fa, più o meno. Un felice 2010 in cui l’Afghanistan era conquistato, l’Iraq occupato, la pacificazione marciava a tappe forzate, afghani e iracheni un po’ si organizzavano per votare e un po’ per ammazzarsi. Finché, il 5 aprile, tutti vedemmo quel filmato atroce di due elicotteri Apache che macellavano di mitragliate una dozzina di iracheni a terra, tra cui due giornalisti della Reuters con una telecamera che all’elicotterista sembrò un’arma. Quel video svegliò qualche milione di coscienze addormentate da anni di guerra non più guerreggiata ma non meno sanguinosa, fece capire cosa significava essere un...