Cultura

Judith che attraversa tutta Europa

Judith che attraversa tutta Europa

Giorno della memoria Un percorso di letture young intorno alla Shoah e alle persecuzioni fino alla «bella Resistenza»

Pubblicato 9 mesi fa

Il 27 gennaio, il Giorno della memoria, è in arrivo e l’editoria non si fa sfuggire l’occasione della ricorrenza entrata da tempo nel calendario civile. Arrivano così in libreria di tanti volumi: storie che si svolgono in Italia o in diversi paesi d’Europa, storie vere, storie inventate, storie attente a quella con la «s» maiuscola e altre meno interessate al rigore storico. La narrativa si declina in modi diversi: vicende di pura invenzione, testimonianze dirette, ricostruzioni di fatti «reali». Una modalità o l’altra possono o meno restituire un quadro sfaccettato che rifugga la banalizzazione e la riduzione in categorie come quelle dei «buoni» o dei «cattivi», dei carnefici o delle vittime, offrendo alla sensibilità e alla intelligenza dei giovani lettori la cifra della complessità del reale anche quando è immaginario.

Judith (di Loredana Frescura e Marco Tomatis, Giunti, pp. 236, euro 14) ha una protagonista di invenzione – una quattordicenne ebrea polacca, Judith appunto – che attraversa le persecuzioni antiebraiche durante il secondo conflitto mondiale a partire dal bordo di una fossa comune, da lì inizia una fuga che la porta ad attraversare tutta Europa. Judith racconta ai giovani lettori le sfumature dei caratteri, dei comportamenti e delle vicende che contribuiscono alla comprensione: nella sua fuga Judith incontra compagni, resistenti, nemici, profittatori, amici. Differenze che restituiscono la molteplicità di un mondo che – oggi come allora – non può essere diviso in buoni e cattivi. Un libro che non rinuncia – doloroso dato il contesto – al piacere dell’avventura. Di particolare intensità le pagine dedicate alla fuga attraverso il confine tra Italia e Francia all’indomani dell’8 settembre del 1943 e del ritiro delle truppe italiane la cui occupazione nel sud della Francia che aveva rappresentato per i profughi ebrei un momento di relativa tranquillità. Su quelle montagne e quei confini, tra San Martin de Vésubie e Borgo San Dalmazzo, si svolge ogni anno una marcia che ripercorre i passi di quei disperati. Una storia vera alla quale Judith offre il freddo dei piedi nella neve, della sete, della fame e della paura che le ricostruzioni storiche della vicenda rischiano di tacere.

La mia amica Anne Frank di Hanna Pick-Goslar – De Agostini, pp. 331, euro 20, tradotto dall’inglese da Luca Fusari e Sara Prencipe con un linguaggio piano e asciutto che rende il racconto straordinariamente preciso – riporta in copertina il sottotitolo «Per tutti noi, Anne Frank è un simbolo. Per Hanna, era la sua migliore amica. Questa è la loro storia», ed è questo uno dei meriti del libro: togliere alla giovane adolescente reclusa per due anni nell’«alloggio segreto» ad Amsterdam la sua aura simbolica per restituirle la dignità di giovane adolescente che voleva fare la scrittrice: non un simbolo – non solo un simbolo – ma un essere umano raccontato nella sua complessità. Hanna Pick-Goslar racconta non solo dell’amicizia con i Frank – e della relazione con il padre Otto, che si incaricò della pubblicazione del Diario nel dopo guerra – ma anche delle vicende della propria famiglia. Il diario ripercorre gli eventi da una vita agiata alla reclusione nel campo di Westerbork e poi di Bergen-Belsen dove la giovane reincontra  Anne poco prima della morte. Hanna Pick-Goslar muore a Gerusalemme a 93 anni, poco dopo aver terminato la stesura del libro scritto in collaborazione con Dina Kraft, che ne firma la postfazione.

Ci sono poi i volumi che raccontano la vicenda ebraica durante la guerra all’interno della storia «degli altri», non – quindi – un episodio «a parte» ma un evento inserito nella storia collettiva. Tracce importanti ne ricostruisce Daniele Aristarco in Una bella Resistenza – un viaggio per l’Italia attraverso storie, incontri, memoria (illustrazioni di Sara Cimarosti, Mondadori, pp. 279, euro 16). Un itinerario per raccontare i luoghi della Resistenza e ascoltare le voci di chi si è opposto al fascismo. L’esordio è a Bolzano con la storia di Mercurio, partigiano di colore, e prosegue a Milano, raccontando le storie di coraggio ordinario di Andrea Schivo e Sebastiano Pieri che verranno uccisi per aver soccorso degli ebrei nel carcere di San Vittore.

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