Le proteste, iniziate nel Kurdistan Rojhilat (in kurmanji “est”, parte del Kurdistan che si trova nei confini iraniani) e che si sono poi estese a tutto l’Iran, scatenate dal femminicidio della donna curda Jîna Amini da parte delle guardie del regime di Teheran il 16 settembre, continuano con tutta la loro determinazione. In Iran, dove ogni giorno sentiamo che un manifestante è stato ucciso dal regime, curdi, beluci, gillek, persiani, turchi, tat, talysh e molti altri popoli stanno resistendo fianco a fianco, spalla a spalla contro il regime. A mio parere, uno degli sviluppi più importanti è l’annuncio dello sciopero...