I I Sarebbero 12.500 gli arrestati e 244 i manifestanti uccisi in un mese di rivolta in Iran. La maggior parte giovanissimi, come il 17enne Abolfazl Adinezadeh, colpito dal fuoco della polizia nella città di Mashhad lo scorso 8 ottobre. Si è saputo solo ieri.

Secondo il padre, a cui era stato imposto il silenzio alla locale stazione di polizia, sarebbe stato colpito da 24 proiettili. Ai funerali, scrive la Bbc, agenti in borghese avrebbero intimato ai partecipanti di cancellare video e foto della commemorazione.

Bastone e carota: appaiono un modo per smorzare le tensioni le parole di ieri del presidente del Comitato olimpico iraniano, Mahmoud Khosravi Vafa: l’arrampicatrice Elnaz Rekabi non sarà punita né sospesa perché il velo «mancante» durante la gara a Seul non è stato un atto «intenzionale».

Teheran però continua a non metterne in discussione l’obbligatorietà, mentre prosegue nella repressione delle proteste. Con la forza: i pasdaran ieri hanno rivendicato il ricorso alla paura per disperdere le proteste. E con la censura: da ieri sono inaccessibili i siti che forniscono i Vpn, le reti che bypassano i blackout governativi di internet.