Infantino difende il Qatar, «pensare solo al pallone»
Gianni Infantino
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Infantino difende il Qatar, «pensare solo al pallone»

Calcio Il numero uno della Fifa sceglie di ignorare le migliaia di morti sul lavoro legate al Mondiale e il mancato rispetto dei diritti umani da parte del Paese
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 5 novembre 2022

Niente proteste, nessun atto dimostrativo sullo sfruttamento dei migranti e sulla violazione sistematica dei diritti della comunità lgbt. Con la lettera inviata alle 32 nazionali che prenderanno parte ai Mondiali in Qatar, al via il 20 novembre, il numero uno della Fifa, Gianni Infantino, invita tutti a pensare solo al calcio. Solo gol, assist, Var e fuorigioco, nella competizione forse più discussa di sempre, collocata in inverno, che ha visto migliaia di morti sui cantieri per il troppo caldo, per le condizioni di lavoro estreme. Non è che cambi molto, con la lettera di Infantino. In sostanza, si invita il calcio a proseguire sulla sua strada.

QUANDO MAI si ricorda una pubblica presa di posizione forte, mediatica, di una stella del pallone sui temi più divisivi? Che il calcio non sia in grado – anzi, non voglia – schierarsi è evidente dalle dichiarazioni di Jurgen Klopp, l’allenatore del Liverpool, uno degli avversari più accesi dei Mondiali qatarioti, che ha invitato gli atleti a pensare solo al pallone e che gli stessi calciatori non avrebbero alcuna colpa per la collocazione dei Mondiali in Qatar. Come se gli stessi atleti non potessero avvalersi del sindacato, come se si dimenticasse che sono loro gli attori del giochino e che quindi, volendo, la loro voce peserebbe, eccome.

Quello che però colpisce è la volontà di censura preventiva da parte della Fifa, che sa bene della scellerata scelta dei Mondiali in Qatar, voluti nel 2010 dall’allora presidente Joseph Blatter. La lettera tra l’altro precede la richiesta dell’Ucraina di estromettere l’Iran dalla competizione mondiale. Negli ultimi giorni c’è stato il video dei calciatori australiani contro lo sfruttamento dei migranti e per la poca apertura del Qatar sui diritti della comunità lgbt. E se dai Mondiali arabi hanno preso le distanze solo star del passato come l’inglese Gary Lineker e l’ex attaccante del Manchester United, Eric Cantona, il presidente Infantino tira dritto ormai da mesi, difendendo persino il governo qatariota che si è spinto a cambiare gli orari di lavoro degli operai dopo le migliaia di morti causate dalle alte temperature. Ora si tratta solo di far fruttare l’investimento, tutelare il ritorno economico di Fifa e dei main sponsor che hanno puntato sull’evento.

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