Si è allentata la tensione ieri a Bali dove una cinquantina di attivisti del People’s Water Forum erano stati sequestrari per due giorni in un hotel della capitale Denpasar per impedire loro di disturbare il decimo World Water Forum (Wwf) che si conclude oggi in Indonesia.

Ieri mattina gli scherani delle Patriot Garuda Nusantare (Pgn), un’organizzazione nazionalista radicale largamente tollerata dalle autorità locali, hanno tolto l’assedio consentendo agli attivisti di poter lasciare l’albergo.

Di fatto però è stato impedito al People’s Water Forum (Pwf), un’ampia rete internazionale che difende l’acqua come bene pubblico, di tenere il suo controvertice e soprattutto di creare problemi al Forum “ufficiale” che – scrive una nota della Rete – non ha speso una parola in difesa dei sequestrati”.

“Il fatto che il Consiglio mondiale dell’Acqua, fondazione delle più grandi multinazionali del settore idrico che ogni 3 anni promuove il Wwf, sia rimasto  in silenzio – dicono gli attivisti del Pwf – la dice lunga sul perché le autorità di Bali abbiano agito in modo così antidemocratico e violento” e “meraviglia che nessuna istituzione indonesiana o di altri Paesi presenti sia intervenuta contestando la violenza contro chi difende l’acqua bene comune”.

Per due giorni le autorità indonesiane hanno lasciato mano libera alle squadracce Pgn che oltre a sequestrare gli attivisti se la sono presa, minacciandolo e spintonandolo, anche con l’inviato Onu al Forum Pedro Arrojo.